sabato 30 marzo 2013

Buona Pasqua!





Sei rinato se sai stupirti che ogni mattino ci sia la luce; se sei felice perché i tuoi occhi vedono, le tue mani sentono, i tuoi piedi camminano; se canti perché il tuo cuore batte.
Sei rinato se pensi che oggi comincia il primo giorno della vita che ti resta.
Sei rinato quando guardi persone e cose con occhi puri, quando riesci a ridere, quando sai gioire dei piccoli fiori semplici sul cammino della tua vita.
Phil Bosmans

Tsuki: le foto della Scatola Haiku




Ecco le foto di «Tsuki – La Scatola Haiku», che stiamo realizzando in collaborazione con il Laboratorio LiberArte di Elvira Caruccio
Misura circa 20 x 10 x 4 cm.
Tanti autori ne hanno già prenotate una o più, qui trovate tutte le info per la prenotazione e l’offerta riservata ai soli autori inseriti (valida fino al 10 aprile).
Gli autori che lo desiderano, possono richiedere l'immagine del bigliettino personale,riportante l'haiku che è stato scelto per la partecipazione all'iniziativa. 
Ricordiamo ancora che ogni autore è libero di utilizzare i propri componimenti come meglio desidera, in quanto "Gli Occhi di Argo" non trattiene i diritti d'autore.







venerdì 29 marzo 2013

Paolo De Matteis a Vallo della Lucania (SA)







In occasione del 350esimo anniversario della nascita, il Museo Diocesano di Vallo della Lucania (sito ufficiale: clicca qui) dedica una splendida mostra a Paolo De Matteis, grande pittore del Regno di Napoli. 

Inaugurata lo scorso 9 febbraio, la mostra si concluderà il 14 aprile. 

Qui e qui trovate due interessanti articoli dedicati alla mostra dal sito «Giornale del Cilento».

giovedì 28 marzo 2013

Il concorso per i tuoi racconti!

 
 
È indetto il Concorso on line I RACCONTI DI VENER dì.
La partecipazione al Concorso è gratuita. Si partecipa con testi inediti a tema libero.
Solo per i racconti selezionati è previsto un contributo di euro 15,00.
I racconti selezionati verranno inseriti in questo blog, sia nell'home page sia in un'apposita sezione man mano arricchita con i testi di tutti i partecipanti.
Inoltre, ogni testo pubblicato riporterà una breve recensione critica a cura della redazione e il contatto e.mail dell'autore.
Ogni venerdì saranno inseriti nuovi racconti in questo blog e nel mese di ottobre 2013 tutti i racconti selezionati saranno pubblicati in un’antologia cartacea impreziosita da recensioni, commenti, immagini originali, testi dedicati, codice ISBN.
Non c’è nessun obbligo di acquisto dell’antologia I RACCONTI DI VENER dì.

Per partecipare basta inviare a occhidiargo@hotmail.it  il proprio racconto (LUNGHEZZA MAX 3600 battute spazi inclusi) accompagnato dalla seguente dicitura:

“Dichiaro e garantisco che l’Opera (titolo dell'opera) è di mia creazione esclusiva e di averne la piena disponibilità, nonché la titolarità esclusiva di tutti i diritti alla stessa inerenti, autorizzo l’inserimento e l’uso di questa Opera su tutto il materiale divulgativo evidenziato nel bando
I RACCONTI DI VENER dì (blog e antologia)”.
L'oggetto della e.mail deve essere: I RACCONTI DI VENER dì.
Gli autori dei racconti scelti saranno contattati via e.mail.
Le opere inserite nei nostri Concorsi sono di proprietà degli autori.
Gli Occhi di Argo non può essere considerata responsabile di eventuali plagi o illiceità commesse dagli autori e per il concetto delle opere pubblicate. Gli autori sono titolari dei diritti sulle loro opere, fatte salve le nostre pubblicazioni per le quali non potranno richiedere alcun compenso.

mercoledì 27 marzo 2013

I giorni prestati ovvero i giorni della Vecchia





«Dè impresté, o nùval o bagné», «Giorni prestati o nuvolosi o bagnati» sostiene un proverbio romagnolo. I giorni prestati sono gli ultimi tre di marzo con i primi tre di aprile: giorni difficili a causa di una vendetta. Si favoleggia che un pastore, vedendo che la primavera era sbocciata in tutto il suo rigoglio alla fine di marzo, fece uscire i capretti portandoli ai pascoli. Il capriccioso e bizzarro Marzo non apprezzò quella decisione considerandola come una sfida e un’offesa, e decise di vendicarsi. Ma si era proprio agli ultimi giorni del mese: chiese allora tre giorni in prestito ad Aprile e per sei sconvolse la terra con neve, vento, pioggia e grandine. Nel mondo era sceso un freddo polare.
Il pastore non rimase certo con le mani in mano: al primo cenno di burrasca radunò in stalla il gregge; poi, acceso un gran fuoco nel forno, ve lo rinchiuse perché si scaldasse. Qualche ora dopo Marzo bussò alla sua casa e, quando fu entrato, domandò: «Come se la passano le tue caprette sui pascoli con questa stagionaccia che è più brutta di tutto l’inverno passato?»
«Come se la passano?» rispose il pastore. «Magnificamente come se ci trovassimo nella canicola.» E spalancò trionfante la portella del forno. Ma lo spettacolo lo terrorizzò, mentre Marzo rideva sotto i baffi: le caprette erano morte stecchite digrignando i denti.
Questi giorni son detti in alcune zone della Romagna «della Vecchia» perché una variante della leggenda trasforma il pastore in una vecchia che per tutto il mese di marzo aveva protetto i suoi capretti sfidando i capricci stagionali del mese: se pioveva al piano, lei li portava al monte e viceversa. La sera del 28, quando ormai marzo era agli sgoccioli, ebbe l’imprudenza di esclamare: «Hai finito, caro Marzo, di fare il matto, non me li farai più  morire gli agnellini». Marzo, già irritato per la sveltezza con cui la vecchia era riuscita a eludere le sue tempeste, si adirò a tal punto da chiedere e ottenere da Aprile tre giorni in prestito in modo da scatenare una tempesta di una settimana. La conclusione è eguale alla precedente.
Ma secondo Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi la vecchia della leggenda è ancora una volta l’eco dell’anno morente negli ultimi freddi invernali, la vecchia Madre Terra destinata a essere presto sostituita dalla nuova Madre Terra, giovinetta fiorente. Quanto alla leggenda dei giorni prestati potrebbe essere l’eco, come quella dei giorni della merla, di un’arcaica riforma calendariale.
Dalla piovosità dei «giorni prestati» i contadini traggono previsioni e orientamenti. Dice un proverbio romagnolo: «La Vecia la pesca, u j e’ gren e l’esca» ovvero «Se la Vecchia è immersa nell’acqua, ci sono il grano e il becchime». Un altro rammenta che «Per la Vecchia non si possono legare le viti, altrimenti le gemme diventano cieche».

(Alfredo Cattabiani, tratto da «Lunario»)