lunedì 7 gennaio 2013

Lunedì Poesia - Enrico Barigazzi





La musica del Bardo

Autore: Enrico Barigazzi

Per castelli e borghi
ho girato
solo il peso
di ghironda e liuto
sulle spalle
a proteggermi
da neve, pioggia
ed altri capricci
di nostra signora
Natura.
Ho cantato
gesta di cavalier
dei perigli
delle guerre,
avide conquiste
di sovrani
senz’anima,
magnificato la bellezza
di regine e principesse
di splendore vestite
celando con
le note
l’amarezza
degli occhi loro
e la pena mia
per quei fiori
colti
da siffatta brutalità.
Mille cortigiane
ho invitato
al gran ballo
d’amore,
corpi voluttuosi
han appagato
la mia fame
dilatando
la pena solitaria
del mio cuor.
Di villaggi
povera gente
ho amato
la semplicità
d’ascolto
alle mie novelle,
commosso il
genuino affetto
d’uomini e donne
senza grossi
ma con reciproca
fatica e dedizion
sorelle loro.
I miei istrumenti
d’accompagnamento furon
alle marce della
lega della scarpa*
prodromi di battaglie
figlie di un vento
prevaricatorio
fratello d’avidità.
Musica mia giace
silenziosa
nel profondo
della Foresta Nera,
non distante
da Friburgo di Brisgovia
l’incantevole,
trafitta da frecce
d’abbietto nobile
imbellettato e benedetto
gonfio d’orgoglio
per il suo
aver povero.

* Coalizione dei contadini rivoltosi nella Germania meridionale (1493-1517)


Per contattare l’autore: barigazzi.enrico@virgilio.it

Immagini, tensioni, profumi antichi si affacciano in questa poesia di Enrico Barigazzi che ne potenzia l’effetto utilizzando anche espressioni e parole oggi desuete. Il Bardo ricorda un mondo scomparso governato, però, dagli stessi sentimenti e pulsioni che guidano gli uomini di oggi. È un canto meraviglioso e dolente, il suo, evoca con tutta la forza che possiede chi quel mondo lo ha attraversato con attenzione.
Enrico Barigazzi si fa “portavoce di un portavoce”, grazie alla “magia” della poesia, che ancora una volta annulla le distanze fisiche e temporali con poche parole.
“La musica del Bardo” è godibilissima composizione, insolita eppure molto fruibile; è sufficiente entrare in sintonia con il ritmo di questa voce che attraversa i secoli, per udirne ancora il suono. Descrive ciò che è stato, che è e che sarà, travalicando i confini: possibilità aperta solo all’arte.

Dello stesso autore: Il dolore di esistere
 

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