venerdì 4 gennaio 2013

I RACCONTI DI VENER dì - Pietro Rainero





Il quinto dei quattro ponti

Autore: Pietro Rainero

Il consiglio comunale si lascia convincere alle 3 di notte.
Al palazzo municipale la seduta si protrae interminabile per ore ed ore ed ora, dopo una nottata di fatiche, gli esausti consiglieri votano quella insensata proposta fatta dal sindaco.
Non ci sono soldi per costruirlo, non ci sono pietre con cui farlo né disegni né progetti eppure viene aggiunta una postilla al piano regolatore che di ponti ne prevede quattro.
“Con tutte le magagne che abbiamo, quelli proprio un nuovo ponte vanno a costruire” si lamentano i bravi abitanti di Grandeborgo.
“Potrebbero ben mettere a posto l’asfalto, fare una discarica nuova o aggiustare l’acquedotto!”.
Ma il primo cittadino è irremovibile:
“Tornerà senz’altro utile in caso di assedio, un passaggio invisibile è sempre utile. E se gli altri quattro bruciassero? Un ponte fatto né di ferro né di cemento è indispensabile!”
E così, pochi giorni dopo, i lavori incominciano.
Chi porta un’idea, chi ci mette un po’ di tempo libero, chi disegna col compasso di qua, chi dà un’aggiustatina di là, ed ecco il capolavoro finito.
Gli abitanti sono molto orgogliosi, non somiglia a nessun altro ponte che voi conosciate.
È troppo grosso a sud, troppo bianco ad est e troppo caldo a nord.
Eppure è bellissimo, anche se chi guarda attentamente il fiume che attraversa la città non lo vede e nota invece altre quattro belle costruzioni piene di traffico, di bici e di pedoni.
I cittadini di Grandeborgo, però, a volte lo usano, ad esempio quando per strada vogliono evitare un conoscente petulante, quando desiderano il mare in un giorno di pioggia, quando bisticciano con la moglie, quando stanchi vorrebbero non lavorare o quando perde la squadra del cuore.
Anche voi, sapete, potete usarlo: se siete arrabbiati col datore di lavoro, se avete mal di denti, se il vostro cane vi ha morso o vi siete bruciati con la tazza del caffè, date retta a me, usatelo!
Imboccate il quinto ponte, quello che non è fatto di mattoni, quello che non ha piloni, che non porta a destra o a sinistra, né in alto od in basso, vicino o lontano e neppure prima o dopo, il ponte che non si vede, quello né grigio né giallo, quello che vi allontana dalla vita quotidiana, quello che vi fa sognare, IL PONTE CHE È SOLO NELLA VOSTRA FANTASIA.

Per contattare l’autore: p.rainero@libero.it


Pietro Rainero ci dona una piccola favola metropolitana con un’ “invenzione” letteraria e visiva che dà conforto al cuore. Il “ponte che non esiste” lo vediamo, lo attraversiamo, come e più degli altri quattro inevitabilmente intasati di traffico. Imboccarlo disinnesca la rabbia e i dispiaceri per le tante contrarietà che la vita quotidiana ci riserva.
Il tono di questa scrittura è pacato, chi scrive preferisce suggerire qualcosa che sta poi al lettore sviluppare con una propria storia personale; ci vuole abilità nel saper suggerire solo ciò che è necessario, e Pietro Rainero quest’abilità la possiede. Tanto che, grazie al racconto, il quinto ponte diventa più reale degli altri quattro, perché certamente maggiormente utilizzato.
Grazie all’autore che ci ricorda che siamo tutti, nessuno escluso, abitanti di Grandeborgo, e che il valore della fantasia è davvero inestimabile: molto più alto di qualsiasi ponte materiale.  


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