venerdì 25 gennaio 2013

San Paolo dei segni





La festa della conversione di San Paolo, che cade il 25 gennaio, è una data molto importante per le previsioni meteorologiche. «Se il giorno di San Paolo, è sereno, godrem l’annata e l’abbondanza in seno; ma se fa freddo guerra avremo ria e se nevica o piova carestia» dice un proverbio. Un altro, più misterioso, sostiene: «Non me ne curo dell’endegaro se il giorno di San Paolo non è né scuro né chiaro». L’endegaro, ovvero l’indicatore, indica i primi ventiquattro giorni di gennaio che servono per i pronostici.
Un altro proverbio dice a sua volta: «Delle Calende non me ne curo purché a San Paolo non faccia scuro». Le Calende del proverbio si riferiscono al fatto che l’usanza ha come punto d riferimento iniziale il primo di gennaio, che come tutti i primi del mese i Romani chiamavano Calende, dal verbo calo, chiamare. «Nei tempi antichi» spiegava Macrobio «prima che i fasti fossero resi pubblici… un pontefice minore aveva l’incarico di osservare il primo apparire della luna nuova e di annunciarlo al re dei sacrifici. Il re e il pontefice minore compivano un sacrificio; poi il pontefice calata – cioè chiamata – la plebe in Campidoglio presso la Curia Calabra, vicino alla capanna di Romolo, proclamava il numero di giorni che restavano per giungere dalle Calende alle None: se diceva cinque volte la parola calo voleva significare che le None cadevano il 5; se la ripeteva sette volte voleva significare che le None cadevano il 7. Quanto a calo, deriva dal greco kalo che significa chiamo, e dunque sembrò bene denominare Calende questo giorno in quanto era il primo dei giorni calati, ovvero chiamati.»
Le Calende indicano la seguente operazione: si prendano dodici gusci di noci, li si numeri da uno a dodici, vi si versi un poco di sale esponendoli all’aria aperta nella notte della vigilia di San Paolo. L’uno è gennaio, il due è febbraio e via di seguito fino al dodici che è dicembre. Al mattino successivo si osservi se e in quale dei vari gusci si è sciolto il sale. Al guscio del sale sciolto corrisponde un mese asciutto; a quello del sale rimasto concreto un mese piovoso. Anche se il tempo dei vari mesi fosse sfavorevole alle campagne, non ci si preoccupi fino al mattino seguente perché, come s’è detto, il proverbio sostiene: «Delle Calende non me ne curo purché a San Paolo non faccia scuro». Un altro latino, che riporta il Sanuto nei suoi Diarii in data 25 gennaio 1490, dice a questo proposito: «La giornata chiara di San Paolo è indice di un anno ricco di messi; se c sono neve e pioggia è segno del tempo di carestia; se la giornata sarà ventosa ci sarà discordia tra i popoli; se sarà nuvolosa ci sarà moria di animali».
(tratto da Lunario di Alfredo Cattabiani)

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