La donna d’acciaio
Pianeta Terra, Anno 3.199.
Joshua viveva a Los Angeles, era un
affascinante uomo di trentotto anni, amava leggere, ed aveva in tasca, la
laurea in fisica nucleare, ottenuta a pieni voti. Lo studio era stato fonte di
soddisfazione, ma le aveva costretto ad accantonare la vita privata, si ritrovò
nel fiore degli anni, triste e solo, con gli amici sistemati, al contrario di
lui, sempre preso con la professione di Rettore all’Università di Scienze
Fisiche su Plutone, tutti i giorni inforcava l’astronave, faceva avanti e
indietro, tra la California e il fumoso Pianeta, quando tornava a casa,
mangiava celermente, prima di andare a dormire, ammirava la volta celeste, ed
esprimeva un desiderio.
La situazione non cambiò, entrò nella
spirale della malinconia, ma un giorno decise di sfruttare le nozioni
scientifiche a sua disposizione, creò la… Donna
dei sogni.
Joshua si rinchiuse in laboratorio per
una settimana, non dormì, mangiò alcune pillole sostituenti il cibo, dopo un
estenuante lavoro, il risultato andò aldilà delle aspettative. Fissò la
favolosa creatura, stupendosi della sua bellezza, lei aveva lunghi capelli
corvini, magnifici occhi verde smeraldo, labbra carnose, il seno florido, cosce
ben tornite ed infine gambe affusolate.
Sfiorò ogni centimetro della pelle vellutata,
rimanendone incantato, continuò per sessanta minuti, fino a quando non si rese
conto della realtà! Non l’aveva dato nemmeno un nome… ci rifletté un attimo e
alla fine scelse Berenice. Prese in
braccio la donna ed assieme a lei, si recò in salotto a guardare la Tv, sul
primo canale vide una sfilata di moda, di solito non amava gli abiti, al
contrario aveva uno stile personale.
Si voltò verso la “compagna”,
diversamente da lui era completamente nuda, risolse subito l’incresciosa
situazione ordinando, tramite l’internet planetario, tre collezioni
primavera/estate e autunno/inverno, disegnate dagli stilisti in voga. La merce
proveniva da Urano, ma grazie alla tecnologia vigente, giunse a Los Angeles in
pochi minuti.
Joshua vestì l’adorata fidanzata, abbinò
i colori nel migliore dei modi, scelse una camicetta rossa ed una gonna bianca,
terminò “l’operazione”, con un bel paio di sandali dal tacco alto (sulla Terra
era luglio). Ammirò l’operato, all’inizio fu orgoglioso del suo eccellente
gusto, poi iniziò a pensare al make-up, in mezzo agli scatoloni metallici non
c’era niente, aveva dimenticato di ordinare i cosmetici, risolse l’increscioso
problema, contattando un famoso esperto del settore, il giorno seguente
ricevette a casa, tutto il materiale necessario, purtroppo lo scienziato
esagerò con le quantità, si ritrovò con un numero imprecisato, di rossetti,
ombretti, smalti e fondotinta.
All’inizio non sapeva dove mettere le
mani, fece dei pasticci, mentre miscelava le varie tonalità di colore, struccò
e truccò Berenice varie volte poi raggiunse l’agognata perfezione. Decise di
mostrare al mondo la fidanzata, ed uscì con lei tra la gente, per la seconda
volta si rese conto della realtà… Le donne degli altri uomini parlavano,
baciavano, ridevano, toccavano il corpo dei loro compagni, avevano un contatto
umano, mentre lui stringeva un ammasso metallico, creato dalla sua genialità,
nient’altro…
Joshua distrusse la Donna dei sogni, capì di aver vissuto in un mondo onirico, si sentì
ancora infelice, ma un giorno accadde un imprevisto: incrociò due occhi
sconosciuti. Lei stava leggendo, seduta sulla sabbia in riva al mare, una forza
misteriosa l’attrasse verso la donna, quando le chiese il nome, gli sorrise
dicendo di chiamarsi… Francy.
Da quel giorno Joshua apprezzò la voce e
il corpo femminile, non fu più capace di rinunciarvi!
Il nuovo, gustosissimo racconto di Elisabetta
Mattioli descrive una situazione futura tutt’altro che improbabile, tra pochi
secoli. In decenni in cui la spinta tecnologica si fa sempre più forte e
invadente, certamente man mano saranno risolti problemi tecnici che oggi
sembrano insormontabili.
Ma… fino a che punto la tecnologia può cambiare la nostra vita? “La donna d’acciaio”
ci da una risposta limpida, chiara, lo stile inconfondibile di Elisabetta Mattioli “ci porta a vedere”
fin dove è possibile arrivare. Joshua può persino provare a “costruire” l’amore,
ma deve arrendersi di fronte all’evidenza che l’unicità di ogni essere umano
non può essere riprodotta in laboratorio. E così impara, grazie a questo
percorso, ad accettare il rischio inevitabilmente connaturato in ogni rapporto
umano.
Della stessa
autrice: Mabon
e Jaya
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