lunedì 30 aprile 2012

Beltane – La festa della fertilità




La fine della metà “oscura” dell’anno e l’inizio dell’estate ha costituito da sempre un momento di passaggio in cui la rigenerazione della vita vegetale è anche la resurrezione della vita cosmica, un ritorno al tempo mitico degli inizi.
Nella tradizione celtica le due feste maggiori erano quelle che segnavano rispettivamente l’inizio dell’estate e l’inizio dell’inverno. Come molte altre popolazioni pastorali, gli antichi Celti avevano infatti due sole stagioni, non quattro: la metà oscura e la metà luminosa dell’anno. Nel Nord Europa, inoltre, gli effetti della primavera cominciano  a sentirsi solo all’inizio di maggio. Le successive suddivisioni dell’anno furono introdotte più tardi dagli agricoltori.
Gli antichi Celti celebravano il 1° maggio la festa di Beltane (pron. Beltein).

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I fuochi di Beltane venivano spesso accesi in coppia, e tra i due fuochi veniva fatto passare il bestiame, per propiziare latte abbondante, fertilità e buona salute per tutto l’anno, prima di essere condotto ai pascoli estivi. Ci poteva essere una spiegazione “razionale” per questa pratica dato che il calore poteva uccidere i batteri e i microbi accumulatisi sulla pelle degli animali nelle sporche stalle invernali, ma il significato principale era comunque quello di una purificazione rituale tramite il fuoco, una vera e propria “pulizia di primavera”. Il fuoco distrugge i poteri ostili, purifica l’aria e favorisce la fertilità di tutti gli esseri viventi. Incidentalmente, un detto gaelico che dice “essere preso tra due fuochi di Beltane” sta ancora oggi a indicare il trovarsi in un dilemma. Anche le persone e gli oggetti venivano fatti passare attraverso i due fuochi: la gente danzava attorno ai falò: si svolgevano danze con alti salti quali la Danza del Cervo e la Danza del Salmone Saltante, ricordi di antiche danze di caccia e pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno in una frenetica danza di fertilità, per promuovere la crescita dei nuovi raccolti (i bastoni divennero poi manici di scopa ma la loro forma fallica suggerisce sempre il tipo di energia che veniva evocata).
Quando le fiamme dei falò iniziavano ad abbassarsi, le persone saltavano sui fuochi, usanza ancora praticata in Scozia e in Irlanda per propiziarsi la fortuna. Così, giovani e ragazze saltano per trovare l’anima gemella, i viaggiatori per garantirsi viaggi sicuri, le spose per avere figli e persino le donne gravide per asscurarsi un parto facile! Infine, le ceneri dei fuochi venivano (e ancora oggi in certe località vengono) sparse sulla terra per garantire la fecondità de campi.
Dopo le danze e i salti spesso le giovani coppie si appartavano col favore dell’oscurità continuando a modo loro le celebrazioni. Infatti, Beltane era una festa di fertilità nella quale la Madre Terra e il Grande Dio dei boschi si accoppiavano. Per la gente comune era una festa orgiastica. Per tutta la notte del 30 aprile (come si è detto i Celti facevano cominciare i giorni dal crepuscolo del giorno precedente) si susseguivano in un’atmosfera orgiastica banchetti e danze che terminavano con l’avvento della nuova vita. Su questa notte vegliava la Grande Dea della fecondità, che dominava allo stesso tempo il destino dei semi e quello de morti e che perciò era la Dea della Morte in Vita. Si entrava in comunicazione con il mondo infero e con i defunti. Il grande studioso Mircea Eliade giustamente assimilò i semi ai morti, che aspettano di tornare in vita sotto una nuova forma e perciò si accostano ai viventi nei momenti in cui la tensione vitale raggiunge il culmine, cioè nelle feste di fertilità, quando sono evocate le forze generatrici della Natura. I morti necessitano dell’esuberanza organica dei vivi, così come i viventi necessitano dell’aiuto dei morti per far germinare i semi dei nuovi raccolti (dopotutto, Beltane si erge diametralmente in opposizione all’altra porta dell’anno, Samhain, festa dei morti!). I bambini generati in questa notte si credeva fossero i morti ritornati in vita e Beltane veniva definita anche la Festa della Generazione dei Bambini.
In questo periodo, vero e proprio momento “caotico” di passaggio, le leggi della realtà ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni ultraterreno come il sidhe, il regno fatato dei Celti.

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Pianta sacra di Beltane è il biancospino, la cui fioritura rappresentava per i Celti l’inizio della festa. È pianta della Dea, come la quercia è l’albero del Dio. Si dice infatti che il suo profumo ricordi quello della sessualità femminile. Inoltre, è anche una pianta legata all’Altro Mondo, associata alle fate. Piante di biancospino che crescono solitarie su una collina o vicino a una sorgente sono ritenute segnali del regno delle fate. Gli esseri fatati abitano nelle piante di biancospino. Il tabù sulla raccolta di questa pianta viene sospeso a Beltane, quando può essere raccolto per la festa o per essere portato in casa. Così la rugiada raccolta da rami di biancospino è a Beltane benefica e indicata per le ragazze che vogliano conservare la loro bellezza.

(tratto da «Feste pagane» di Roberto Fattore)


2 commenti:

  1. Quante notizie!!!
    Da scriverci assolutamente qualcosa :-)
    Grazie FRancesco e Milena.
    Eufemia

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  2. Grazie a te Eu! Il libro di Fattore è una miniera preziosa di informazioni e siamo molto contenti che sia per te fonte di ispirazione.
    Francesco e Milena

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