venerdì 13 aprile 2012

Poesia è




Non la si usa in modo spropositato, come “percorso” o “situazione”, ma la si usa quasi sempre a sproposito, la parola “poesia”. Forse perché del vero significato se ne ha un’idea oscura e indistinta, la si appiccica a tutto come un marchio prestigioso, di cifra indecifrabile, come quel “non so che” evocativo di qualcosa che ha a che fare col bello, con la fantasia o con l’emozione. 
Così il piatto di un cuoco, una pedata di calciatore, la sequenza di un film, gli accordi di una canzonetta, e persino un paio di mutande possono essere (o avere) la loro “poesia”. 
Uffa: non c’è poesia che la poesia, che è un oggetto fatto solo di parole, di sole parole fatte versi. “La poesia, in sé” dice il vero poeta, “non esiste: esiste soltanto, di volta in volta, e ogni volta inaudita, ogni volta imprevedibile e irrecusabile, ogni volta identica solo a se stessa, nelle parole dei poeti”.
                                                                      
(Patrizia Valduga)

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