venerdì 14 novembre 2014

I RACCONTI DI VENER dì - Massimo Renaldini



La strega e il principe

La donna piccola e ripugnante si svegliò nella grotta, tirò un sonoro rutto e, grattandosi, si alzò in piedi, per mangiucchiare gli avanzi di pesce crudo.
Il ragazzo era alto e bello: nella sua torre bianca si era appena lavato con acqua cristallina e ora si accingeva a consumare la propria colazione, scegliendola da un ricco tavolo imbandito.
La strega era rachitica, aveva i capelli arruffati e indossava panni consunti e macchiati di sangue.
Il principe aveva una chioma corvina ordinata e, sotto alla sua uniforme impeccabile e pulita, i suoi muscoli erano pari all'acciaio.
La vecchia maliarda afferrò la borsa con i propri attrezzi e come al solito uscì, per curare i prigionieri reclusi nelle segrete dal re.
Il bellissimo principe come tutti i giorni si recò al mattatoio, dove sgozzava agnellini e vitelli per la mensa della corte.
Il popolo disprezzava la strega e adorava il principe.

Questa nuova favola di Massimo Renaldini potrebbe avere, come sottotitolo, “Contro le apparenze. In un testo breve, teso, asciutto, l’autore compie un paragone “spietato” che colpisce in pieno il luogo comune, che si nutre quasi inevitabilmente di apparenze.
La strega  vive di essenza, incurante delle apparenze, e proprio per questo viene odiata e bistrattata. Il “bellissimo principe”, ovvero il trionfo delle apparenze, è carnefice e guerrafondaio, ma sa che il popolo si nutre sostanzialmente di apparenze, e quindi le cura.
“La strega e il principe” è chiara metafora della vita contemporanea, con particolare riferimento – ma non solo – alla vita politica.
Non manca una goccia di ironia, in questa favola di Massimo Renaldini, la possiamo rintracciare nella frase finale, perfetta chiusa di un testo breve e anche per questo particolarmente efficace.

Dello stesso autore: Le tre soglie

Per contattare l’autore: massimo.renaldini@gmail.com  

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