Ecco
il testo che la dottoressa Angela Furcas
ha scritto in occasione dell’inaugurazione della Mostra fotografia “Agropoli
Viva” di Rosario Tedesco (qui trovate le foto).
Vi
ricordiamo che la mostra è visitabile fino al 14 novembre ad Agropoli presso la
Libreria L’ArgoLibro,
in Viale Lazio 16 (adiac. Via Salvo D’Acquisto, infoline 3395876415).
“AGROPOLI
VIVA”
MOSTRA D’ARTE
FOTOGRAFICA DI
ROSARIO TEDESCO
A PROPOSITO DI UNA SCALFITTURA
DEL TEMPO
NELLE OPERE DI ROSARIO
TEDESCO
Cosa
cerca l’Autore per via, mentre cammina e si guarda intorno? Che cosa lo attira di
ciò che gli si palesa? È forse la maestosità delle costruzioni e il loro
resistere all’usura del tempo, la loro forza nel contrastare le intemperie o la
volontà di esserci, trasmessa dai costruttori che ne hanno calcolato la longevità?
È
la struggente presenza di una scalfittura, di una crepa, di una disomogeneità
nell’ultima mano di tinta ad attrarre il suo sguardo e non gli duole l’integrità
violata, ma lo avvince la rivelazione inattesa di una parte celata che vede… la
luce.
Non
vi è piccola cosa che non tenda al ritorno, che non richiami imperiosamente la
sua attenzione, perché sa che non c’è atomo che non aspiri a divenire un sole.
Negli
abissi insondabili dell’anima esitano parole, gesti, memorie che aspirano alla
sopravvivenza, giacché ‘ogni cosa viva vuole eternità’. (Nietzsche).
Febbrilmente,
ogni gesto sospeso cerca altra vita, a nutrirsi della diafana parvenza di un
sogno, che inarca approdi impossibili,da cui nascono mondi probabili,sparsi
come semenza di future stelle.
È
lì che converge il raggio del suo sguardo tracciato da un compasso alieno, che
racchiude l’intento profondo a svelare il mistero che oltrepassa il sapere e in quel nulla apparente si snoda il
cammino di ogni desiderio della sua anima.
E
sono cascate di immagini a librarsi nel mistero delle forme, apparentemente
finite e le essenze costrette scalpitano e battono il tempo, come cavalli selvaggi in corsa verso una prateria immaginaria.
È
quella la terra promessa che cerca ogni cosa, in un viaggio inarrestabile, in
un movimento cieco, ma essenziale.
È
ogni passo nel vuoto apparente a colmare la sete di compimento, il cui punto di
forza è l’esasperante e continua dissolvenza del suo orizzonte.
Ne
fa fede quel portale chiuso nella sua celebrata presenza, che apparentemente
delimita due mondi come uno stato di mezzo tra l’essere e il divenire.
Il
divenire incessante di altre elevazioni del pensiero dalla terra, ove dimorare nei
giorni contati,in fuga verso l’Essenziale.
Ogni
tanto una sosta nell’alveo di un tempo decelerato e poi, più forte che mai, l’Energia
si rinnova in uno stato di sorgenza inarrestabile e mutevole come per quei grani
di sabbia costretti in un’amalgama di mano d’uomo e poi liberati per rivelarsi a chi guarda con l’occhio interiore.
Di
tante luminose scintille è colmo questo
giorno perché tornano le anime che hanno
sostato nel corpo per un tempo e poi rapite, come faville dal fuoco della vita,
nel comune destino di volare in alto.
Angela Furcas
Angela Furcas
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