sabato 8 novembre 2014

Angela Furcas per “Agropoli Viva” di Rosario Tedesco




Ecco il testo che la dottoressa Angela Furcas ha scritto in occasione dell’inaugurazione della Mostra fotografia “Agropoli Viva” di Rosario Tedesco (qui trovate le foto).
Vi ricordiamo che la mostra è visitabile fino al 14 novembre ad Agropoli presso la Libreria L’ArgoLibro, in Viale Lazio 16 (adiac. Via Salvo D’Acquisto, infoline 3395876415).

AGROPOLI VIVA
MOSTRA  D’ARTE  FOTOGRAFICA  DI 
ROSARIO  TEDESCO

A PROPOSITO DI UNA SCALFITTURA DEL TEMPO
NELLE OPERE DI ROSARIO TEDESCO

Cosa cerca l’Autore per via, mentre cammina e si guarda intorno? Che cosa lo attira di ciò che gli si palesa? È forse la maestosità delle costruzioni e il loro resistere all’usura del tempo, la loro forza nel contrastare le intemperie o la volontà di esserci, trasmessa dai costruttori che ne hanno calcolato la longevità?
È la struggente presenza di una scalfittura, di una crepa, di una disomogeneità nell’ultima mano di tinta ad attrarre il suo sguardo e non gli duole l’integrità violata, ma lo avvince la rivelazione inattesa di una parte celata che vede… la luce.
Non vi è piccola cosa che non tenda al ritorno, che non richiami imperiosamente la sua attenzione, perché sa che non c’è atomo che non aspiri a divenire un sole.
Negli abissi insondabili dell’anima esitano parole, gesti, memorie che aspirano alla sopravvivenza, giacché ‘ogni cosa viva vuole eternità’. (Nietzsche). 
Febbrilmente, ogni gesto sospeso cerca altra vita, a nutrirsi della diafana parvenza di un sogno, che inarca approdi impossibili,da cui nascono mondi probabili,sparsi come semenza di future stelle.
È lì che converge il raggio del suo sguardo tracciato da un compasso alieno, che racchiude l’intento profondo a svelare il mistero che oltrepassa il  sapere e in quel nulla apparente si snoda il cammino di ogni desiderio della sua anima.
E sono cascate di immagini a librarsi nel mistero delle forme, apparentemente finite e le essenze costrette scalpitano e battono il tempo, come  cavalli selvaggi in corsa verso una prateria immaginaria.
È quella la terra promessa che cerca ogni cosa, in un viaggio inarrestabile, in un movimento cieco, ma essenziale.
È ogni passo nel vuoto apparente a colmare la sete di compimento, il cui punto di forza è l’esasperante e continua dissolvenza del suo orizzonte.
Ne fa fede quel portale chiuso nella sua celebrata presenza, che apparentemente delimita due mondi come uno stato di mezzo tra l’essere e il divenire.
Il divenire incessante di altre elevazioni del pensiero dalla terra, ove dimorare nei giorni contati,in fuga verso l’Essenziale.
Ogni tanto una sosta nell’alveo di un tempo decelerato e poi, più forte che mai, l’Energia si rinnova in uno stato di sorgenza inarrestabile e mutevole come per quei grani di sabbia costretti in un’amalgama di mano d’uomo e poi liberati per rivelarsi  a chi guarda con l’occhio interiore.
Di tante  luminose scintille è colmo questo giorno perché tornano le anime  che hanno sostato nel corpo per un tempo e poi rapite, come faville dal fuoco della vita, nel comune destino di volare in alto.

Angela Furcas

Agropoli, 2 novembre 2014

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