giovedì 15 novembre 2012

"ARIA - Tra terra e Cielo" a Roma




 
Gianni De Feo
in
ARIA
tra Terra e Cielo
di Mimma Scigliano

Domenica 25 Novembre ore 18.30
"L'Asino che Vola" -  Va A. Coppi 12/D - ROMA

Un racconto musicale con canzoni di Fabrizio De André, Dalida, Mina, Luigi Tenco, Edith Piaf, Mia Martini, Charles Aznavour, Vinicius De Moraes.

Pianoforte e arrangiamenti musicali: Giovanni Monti
Costumi e allestimento: Roberto Rinaldi
Foto e grafica: Manuela Giusto

Un viaggiatore, proveniente da uno spazio e da un tempo indefiniti, ripercorre le tappe del suo esistere. Il suo vagare è ciclico, fatto di partenze e di ritorni. Come dal suono di un carillon, riaffiorano le memorie, riemergono i sapori dell’infanzia.
Le filastrocche, raccontate davanti al fuoco del caminetto, fanno rivivere “sensuale” Ilmatar, figlia del Vento, giovane fanciulla eterea, che, attratta dal dirompente turbinio delle acque, si unisce al mare in un vorticoso amplesso generatore, dal quale Terra ha la sua origine.
In quest’atmosfera favolistica e mitologica, il viaggiatore rivive cosi il suo percorso di uomo, partorito dalle viscere di Terra. Un cammino alla ricerca della conoscenza, come quello di Ilmatar, che lo porterà da una condizione materica e carnale a una più elevata consapevolezza spirituale, tanto da riconoscere Ilmatar stessa come principio di ogni cosa, come fonte creatrice, come Aria.
Il ritmo dello spettacolo è scandito da alcune canzoni tra quelle più note dei cantautori italiani e francesi, fino a diventarne il fil rouge, filo invisibile tra gli elementi della trama, contrappunto a quell’atmosfera oscillante tra la dimensione degli uomini e quella degli Dei. Tra Terra e Cielo.
“Fino al dispiegare delle mie ali. Fino qui, tra il mondo degli uomini e quello degli dei. Ora comprendo perché sono, perché siamo… Conosco l’origine e so che non c’è mai fine”.
E, allora, Aria, come purificazione e come canto.

Note

L’itinerario artistico che porta ormai a sperimentarmi in un genere teatrale dove canto e gesto, musica e parola si amalgamano al punto di diventare espressione di un’unica onda emotiva, è stato scandito nel tempo da una serie di spettacoli il cui confronto con il pubblico, a livello nazionale (e non solo), mi ha offerto ogni volta nuova occasione di crescita.
Nella volontà di superare ogni distinzione tra i generi, in un gioco di continua alternanza tra atmosfere oniriche e rarefatte, capaci di sollecitare il risveglio di una memoria atavica, e situazioni neutre in accordo con una più lucida contemporaneità, mi sono liberamente spinto, rischiando qualche volta di andare contro corrente, fino al punto di confondere volutamente i confini tra narrazione e canto, elementi di un’unica trama. In tal senso, diventa di fondamentale importanza il contributo di autori capaci di gestire, con estro e fantasia, un impianto teatrale così “invaso” dalle canzoni, consapevoli allo stesso tempo di dover procedere al fianco di notevoli musicisti. Questi ultimi, restituendo un’accurata “rilettura” dei brani in una proposta strumentale di volta in volta differente a seconda dei casi, si integrano con sensibilità scenica allo spettacolo.
Dalle canzonette italiane e francesi degli anni trenta, il cui repertorio sembra uscire da un vecchio baule dimenticato in una polverosa soffitta, al lungo viaggio attraverso l’Europa devastata dalla Grande Guerra, sotto l’accattivante titolo Parlez-moi d’amour e scandito dalle musiche decisamente più crude di Kurt Weill e Bertolt Brecht ; dalle sensuali atmosfere barocche della corte francese di Luigi XIV alle canzoni di Darius Milhaud in un ironico racconto musicale di Jean Cocteau, fino a una scanzonata e irriverente versione pop della Salomé di Oscar Wilde, via via le scelte mi hanno portato ad attingere alle storie più intime dei grandi protagonisti della musica. Edith Piaf è stato il primo incontro, con la sua passionalità, i tormenti e l’intensità vocale. A seguire, Sergio Endrigo, poeta della musica, del quale mi interessava far emergere un aspetto meno malinconico ma decisamente più aggressivo e moderno, affiancando le sue canzoni ad un testo dal linguaggio duro e poco propenso alle facili concessioni.
ARIA (tra Terra e Cielo), nasce seguendo un mio atavico spirito di ricerca, in
continua oscillazione tra passione materica, desideri e ambizioni, e il dispiegare delle
ali. Un testo che attinge questa volta da ricordi personali, attentamente scritto su
misura durante lunghe notti di luna piena, e che si dipana come leggenda mitologica o
filastrocca raccontata ai bambini.
All’interno della struttura narrativa vibrano le canzoni di tanti poeti della musica.
Cantautori e interpreti che, con radici ben radicate nel loro tempo, hanno portato la
loro voce oltre le nuvole, dove il cielo è sempre più blu.
Gli arrangiamenti musicali per solo pianoforte contribuiscono a dare infine l’ultimo
tocco di classe, lungo questo nuovo itinerario artistico.
Gianni De Feo

Hanno detto di lui:

“Gianni De Feo prosegue il suo viaggio attraverso grandi autori e interpreti della
canzone. Dopo l’incontro con Edith Piaf, seguendo un percorso teatrale tra gesto,
musica e canto, un’altra occasione per rilanciare la tradizione del teatro canzone.”
Felice Liperi (La Repubblica)

“…in scena c’è un attore-cantante straordinario che sembra uscito da una vecchia
pellicola francese, dal fascino ambiguo, che trasforma l’aneddotica e il repertorio di
motivi più o meno celebri in puro batticuore.”
Nico Garrone (La Repubblica)

“La splendida voce di Gianni De Feo (tra i migliori che sappiamo unire capacità
recitative a quelle canore) guida il pubblico attraverso le melodie di un’epoca.”
Annalisa Venditti (Italia Sera)

“De Feo ha molte frecce al suo arco : la voce, i tempi giusti, l’ironia necessaria…”
Melania Guida (Corriere del Mezzogiorno di Napoli)

“…si ammira anzitutto la straordinaria duttilità vocale di De Feo che, in un’ora e
mezza di affabulazione, riesce a modulare le sfumature più contraddittorie della
melodia novecentesca…”
Attilio Scarpellini (Diario)

“…Gianni De Feo, attore, chansonnier, mimo, ideatore di spettacoli all’insegna
dell’eleganza e della raffinatezza.”
Franzina Ancona (Rinascita)

“La contaminazione di generi necessita di un artista versatile…Lo ha fatto con grande
classe Gianni De Feo, non nuovo alle esperienze di teatro musicale, sempre accolte
da vivo interesse.”
Karen Aquino (Rinascita)

“L’interprete ha saputo raccontare e cantare Edith Piaf in modo così magistrale da
provocare 10 minuti di applausi alla fine dello spettacolo.”
Vincenzo La Porta – Teatro Milanollo di Savigliano (Cuneo)

“Gianni De Feo, coadiuvato da un ottimo cast di musicisti, riesce con bravura
eccezionale a ripercorrere la vita artistica della Piaf, ma non si limita a “interpretare”
le sue canzoni…”
Claudio Elli – Milano


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