Wyndham Lewis, Ezra Pound, 1939 |
Il fabbro
Nacque all’improvviso
il canto poetico
nacque dalle pianure
abbracciate dai monti
nacque nella bianca casa
baciata dal sole
nacque dal suono
degli alberi e dal canto
delle aquile
nacque dall’azzurro limpido
del cielo e dalla purezza
dell’acqua pura
che cominciò a sgorgare
incessante per dissetare
deserti aridi di sogni
e piante dalle radici lunghe
solide
da Hailey si innalzò
una pira di parole scarnificate
che accesero il fuoco
di una gentil prosa
incendiaria, fiamme come lance
di una falange dell’Idaho
ad investir la vecchia
morente Europa stanca
avvizzita dalla debolezza
aristocratica di parole disperse
nel grande oceano
languido di poeti
divoratori di cuori
nella città dell’acqua eterna
il fabbro non spense la sua fornace
batteva il ferro della parola
plasmando forme nuove
segni verso un sentiero
percorso da folli esploratori
cercatori di nitide bellezze
che erigevan templi sopra il decadente
sfarzo di rovine vittoriane
ruppe la vecchia diga
di immagini di idee
elevando il suo canto
oltre l’oceano
toccando l’immortale
terra dove il verso
andrà a cercar rifugio
eternandosi nel ricordo
del suo messaggio.
*Poesia dedicata ad Ezra Pound
Per contattare l’autore: barigazzi.enrico@virgilio.it
"A Ezra Pound, il miglior
fabbro" è la celebre dedica de “La Terra Desolata” di Eliot, che riprende
Dante Alighieri, che nel Purgatorio definisce il trovatore Arnaut Daniel “il miglior fabbro del parlare materno” (cioè
della lingua volgare).
Enrico Barigazzi fa uno splendido omaggio a colui
che fu definito, sempre da Eliot, “il maggior responsabile della rivoluzione
poetica del Novecento”. “Il fabbro” riesce a richiamare tutto il valore di una
poesia che si fa forza, limpidezza, energia: la miglior risposta possibile ad
un mondo troppo intaccato da varie forme di decadenza.
L’arte sa essere forza efficace quanto e
più di altre, nei cambiamenti personali e collettivi; lo sottolinea benissimo, Enrico Barigazzi, con versi che
richiamano versi che ancora oggi influenzano il mondo poetico e non solo. Ecco
la forza “sotterranea”, costruttiva e mai distruttiva, dell’arte!
Dello stesso autore: Cielo
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