mercoledì 4 maggio 2011

INTRECCI DI RIME – DAVIDE BENINCASA




Autore: Davide Benincasa
Titolo: Intrecci di Rime
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2011
Numero pagine: 32
Copertina: cartoncino rigido e colorato, con alette
Formato: 12x21
Disegno in copertina: Angela Buccino
Codice ISBN 978-88-97421-03-0
Prezzo di copertina euro 7,50
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)










Per info e ordini: gliocchidiargo@gmail.com
e.mail autorebenincasa@inwind.it




Si fa strada con passione e competenza, la poesia di Davide Benincasa. È l’abilità di chi, seppur ancora molto giovane, possiede in sé la capacità di “contare”, come precisa Jean Cocteau nella massima che apre la prefazione di Milena Esposito.
La rottura totale con la metrica, storicamente inevitabile, è stata fonte di sorprendenti, nuovi ed efficaci percorsi, ma anche di un avvicinamento alla prosa troppo pronunciato, in troppi casi. Perché se distinzione sostanziale c’è, tra prosa e poesia, non riguarda solo l’andare accapo, a nostro parere. C’è altro. Il senso del ritmo, innanzitutto, quel “contare” che ha una ragion d’essere ben precisa.
Davide Benincasa sa tutto questo; in “Intrecci di Rime”, la sua prima pubblicazione monografica, che inaugura anche la collana “I Pavoni delle Cherubine”, riversa la sua sapienza artistica e la porge con un chiaro “intento metrico” (chiaro al punto che anch’esso trova spazio nelle pagine della pubblicazione, gli è infatti dedicata una pagina specifica) che non può che far piacere a chi è consapevole della necessità della distinzione. È un invito, questo, anche per chi attraversa e interpreta la poesia contemporanea solo alla luce riduttiva del significato; anche il significante, il come lo si dice, ha pari dignità e importanza.
I versi di questo giovane autore si distinguono per la loro ricercatezza efficace, studiata, attenta a richiamare un’antica immagine o a delineare percorsi immateriali ma non per questo meno concreti, tangibili. Possiamo “toccare” le quattro stagioni, grazie a Davide Benincasa. E un sussurro, e un’offesa, e tanto altro ancora. A quanta esistenza sa aprirci, un poeta! La sua è forse la voce più autorevole – perché la più efficace – a ricordarci che riempirsi di superficialità è limitante, solo apparentemente arricchente.
C’è tutto un mondo da scoprire, tra queste pagine, costruito sull’inderogabile necessità di comprendere, per l’artista. Siamo invitati ad approdare, serenamente, nella “misura”, nella capacità di parlare efficacemente senza gridare, nella poesia.

Francesco Sicilia




1 commento:

  1. Complimenti a Davide e felice di avere avuto il privilegio di leggere questo suo capolavoro che spero di recensire quanto prima.

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