Ecco la recensione che il Professor Germano
Bonora ha dedicato a “La casa sul poggio”,
romanzo di Michele Di Lieto che
abbiamo recentemente pubblicato. Qui trovate la scheda dedicata all’opera, con
tutte le info per l’acquisto.
“La casa sul poggio - Storia e
storie del Cilento", L’Argolibro Editore,
è l’ultimo libro di Michele Di Lieto, già magistrato, oggi scrittore a
tempo pieno.
Il romanzo vuol essere la microstoria di una famiglia, gli Ognissanti, che si intreccia con fatti e avvenimenti della storia d’Italia. Nella nota introduttiva l’Autore cita la peste del 1656, la carestia del 1764, il colera del 1884, la Repubblica partenopea, le migrazioni di fine ottocento, gli anarchici italo americani del New Jersey: eventi che coinvolgono Spinazze, il paesino (inventato) degli Ognissanti, emigrati da Girgenti a Napoli, e da Napoli a Spinazze in seguito alla peste del 1656. Nel romanzo corrono due binari: quello ordinario degli Ognissanti e quello straordinario della storia del Cilento, del Meridione e, forse, d’Italia, che Michele Di Lieto riesce a fondere grazie a solide cognizioni storiografiche e giuridiche. Così, nella Repubblica partenopea si distingue la figura tutta inventata di Tarsio Ognissanti, laureato alla Federico II°, giovane collaboratore del giurista Mario Pagano che, a sua volta, si era trasferito a Napoli dalla provincia di Potenza (Brienza), e fu uno degli eroi della Repubblica del ’99. Mentre nella terza parte particolare attenzione l’Autore riserva ai milioni di migranti che spopolarono il Meridione a seguito della conquista dei Savoia, che, tra l’altro, imposero la coscrizione obbligatoria e, oltre a privare le campagne di braccia, suscitarono fenomeni di rivolta come il brigantaggio, favorito dai Borboni e dagli ecclesiastici più retrivi. In questa cornice di storia vera, l’Autore colloca la figura, anch’essa inventata, di Carlo Ognissanti, emigrato da Spinazze negli Stati Uniti, coinvolto senza saperlo nell’assassinio di Umberto I°.
Il romanzo vuol essere la microstoria di una famiglia, gli Ognissanti, che si intreccia con fatti e avvenimenti della storia d’Italia. Nella nota introduttiva l’Autore cita la peste del 1656, la carestia del 1764, il colera del 1884, la Repubblica partenopea, le migrazioni di fine ottocento, gli anarchici italo americani del New Jersey: eventi che coinvolgono Spinazze, il paesino (inventato) degli Ognissanti, emigrati da Girgenti a Napoli, e da Napoli a Spinazze in seguito alla peste del 1656. Nel romanzo corrono due binari: quello ordinario degli Ognissanti e quello straordinario della storia del Cilento, del Meridione e, forse, d’Italia, che Michele Di Lieto riesce a fondere grazie a solide cognizioni storiografiche e giuridiche. Così, nella Repubblica partenopea si distingue la figura tutta inventata di Tarsio Ognissanti, laureato alla Federico II°, giovane collaboratore del giurista Mario Pagano che, a sua volta, si era trasferito a Napoli dalla provincia di Potenza (Brienza), e fu uno degli eroi della Repubblica del ’99. Mentre nella terza parte particolare attenzione l’Autore riserva ai milioni di migranti che spopolarono il Meridione a seguito della conquista dei Savoia, che, tra l’altro, imposero la coscrizione obbligatoria e, oltre a privare le campagne di braccia, suscitarono fenomeni di rivolta come il brigantaggio, favorito dai Borboni e dagli ecclesiastici più retrivi. In questa cornice di storia vera, l’Autore colloca la figura, anch’essa inventata, di Carlo Ognissanti, emigrato da Spinazze negli Stati Uniti, coinvolto senza saperlo nell’assassinio di Umberto I°.
Sempre nella avvertenza iniziale
l’Autore afferma che il suo libro è per metà saggio per metà romanzo. Un genere
che vanta illustri precedenti in Italia e nel resto d’Europa: da Manzoni a
Proust, a Tolstoj a Dostojesky e altri.
Ne “La casa sul poggio”, come nei
precedenti romanzi dello stesso Autore, importanza decisiva assume lo stile; e
con lo stile il linguaggio, una sorta di pastiche che accosta voci cilentane
accanto alla lingua italiana sempre fluida e ben curata nello stile tipico
dell’Autore. Quanto al contenuto, la
storia degli Ognissanti a me pare la metafora del Sud, terra di conquista e di
sfruttamento prima e dopo l’unità nazionale. Storia dolorosa, emblematica, in cui si
rispecchia quella dei “poveri cristi” di tutto il mondo, non soltanto del Sud
d’Italia.
Il Cilento, terra di adozione di
Michele Di Lieto, mi ricorda anche per questo romanzo la Sicilia occidentale,
che Danilo Dolci scelse come seconda patria proprio perché vi potesse operare
attivamente, per liberarla dal dominio politico, mafioso e anche religioso
dell’epoca. Ma a poco valse il generoso impegno liberalsocialista del
poeta-educatore supportato da artisti e intellettuali come Treccani, Bobbio e
tanti altri. Dopo gli scioperi alla rovescia e l’occupazione delle terre
incolte, negli ultimi anni della sua straordinaria vita si dedicò all’educare
maieutico non soltanto in Italia, ma anche Oltreoceano, facendo migliaia di
incontri e seminari di studio soprattutto coi giovani in cui confidava
fortemente per un futuro pacifico e non violento.
Pare che Michele Di Lieto voglia
portare la sua Casa sul poggio anche nelle scuole: gli auguriamo lo stesso
successo che Danilo Dolci riscosse ovunque a contatto dei giovani. Gli
auguriamo soprattutto che la Sua opera di magistrato e di scrittore non cada
nell’oblio, come accade in tempi che tutto travolgono nello spazio di un
mattino.
Professor Germano Bonora
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