Niky e la gatta
Niky stava alla finestra, aspettava il
ritorno del padre dopo un lungo periodo trascorso all’estero per lavoro.
L’uomo era ingegnere presso la Multipetroil di Parigi, ma i proprietari
avevano filiali dislocate ovunque, compresa la capitale d’Egitto, conosciuta
come “Il Cairo”. L’uomo era stato laggiù per cinque anni, pur tornando a casa
per le feste comandate.
Quando ripartiva, erano pianti infiniti.
Ma l’attesa era giunta al termine, perché sarebbe rimasto per sempre a Napoli e
la bimba sprizzava felicità da tutti i pori. Lui arrivò assieme ai bagagli,
però lei notò la presenza di una gabbia, con all’interno qualche cosa in
movimento, simile ad una lunga coda corvina.
Immensa fu l’incredibile sorpresa,
quando l’amato genitore le regalò una magnifica gattina nera come l’ebano.
Possedeva profondi occhi blu ed uno sguardo magnetico. Mangiava tanto,
apprezzava il pesce piuttosto della carne. I primi tempi gradiva i surgelati,
però improvvisamente li rifiutò, rischiando di morire.
Niky si disperò, poiché la dolce micetta
deperiva velocemente, ormai non poteva fare a meno della sua compagnia, temeva
che se ne “andasse”. Finalmente alla mamma venne in mente un’idea geniale.
Comprò alcune orate dal pescatore. Dopo averle portate in cucina, le pulì da
cima a fondo, ricavò i filetti bianchi, avevano lo stesso profumo del mare e
piacquero alla piccola arrivata. Trangugiò l’adorato cibo in maniera raffinata,
alternando un boccone di pesce ad un sorso di latte, comprato al supermercato.
Molto presto, però, l’orata fece la stessa
fine del primo alimento: la capricciosa gattina smise di consumarlo e ricominciò
a deperire. Nessuno ne capiva la motivazione. L’ingegnere risolse l’increscioso
problema recandosi nella fattoria vicina, dove comprò il latte dal contadino.
Fece appena in tempo, poiché il felino stava passando a miglior vita: divorò il
liquido bianco, leccandosi i baffi.
La gatta egizia non era comune, andava a
fare shopping con Niky e sua madre. Un giorno miagolò contro la vetrina del
gioielliere, costrinse mamma Matty ad entrare. Ne uscì l’ora successiva con una
collana d’oro che diventò il “collare” della micia.
Quella stessa notte a Niky comparve una
figura femminile. Si presentò con il nome di Bastet, apparteneva alle Divinità
egiziane e voleva un corpo per continuare a vivere. Niky diventò la
“reincarnazione” di Bastet, ma solo nelle ore notturne. Ancora oggi, durante le
notti di luna piena, i napoletani scorgono una donna con la testa felina,
saltare sopra ai tetti.
Delicata, la scrittura di Elisabetta
Mattioli, e capace di
trasmetterci una sua “premura interiore” che ci rende perfettamente partecipi
delle storie che ci racconta. Storie particolari, originali, sempre frutto di
una “visione” consapevole della necessità di soffermarsi sul particolare per meglio
comprendere ciò che va compreso.
In “Niky e la gatta” si fa strada il soprannaturale,
o meglio, ciò che va oltre la superficie, l’apparenza del comune sentire. Elisabetta Mattioli ci dice che c’è
altro, “un po’ più in là”, ed è qualcosa che possiamo toccare, constatare, se
assecondiamo la nostra innata curiosità.
Tutto da godere, questo nuovo racconto, per come è scritto e per i
messaggi che ci lancia.
Della stessa autrice: Roma
Termini
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