venerdì 7 giugno 2013

I RACCONTI DI VENER dì - Oscar Esile



Come Cambiare il Mondo

NON SI PUÒ PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, SE NON SI È DISPOSTI A CAMBIARE SE STESSI. Demandare sempre agli altri, non è possibile se si vuole veramente che qualcosa cambi nell'agire di ognuno di noi. Tutto quanto ci attornia non è altro che espressione delle nostre convinzioni, che solo noi stessi determiniamo.
Mentre i nostri attuali convincimenti, sono principalmente il risultato della sottomissione e prevaricazione dalle divinità che ci dominano da decine e decine di millenni. La nostra evoluzione è stata costellata dalla creazione di divinità di ogni risma, di idoli compreso il concepimento attraverso una nuova corrente di pensiero al Dio unico, il quale scopo dei nostri antenati era quella di sbarazzarci di tutte le divinità fino ad allora create.
Mentre Dio stesso, concepito e descritto dai nostri antenati, sottomette ogni Sua creatura per imporre la Legge, il Decalogo, perché si maturi coscienza di essere parte gli uni degli altri. Nell'incarnarsi nella persona di Gesù Cristo, si ribaltano completamente le velleità, in quanto è Lui che si sottomette all'uomo. Ed insegna che è L'UOMO A DOVERSI SOTTOMETTERE ALL'UOMO, E NON A DIO.
Questo risultato non è altro ciò che determina la “Nostra Natura” di cui facciamo parte, in quanto non ci è possibile dominarci con la sola “Ragione”; se non ci si forma coscienza di stima e dignità verso se stessi e gli altri, che ci è possibile solo attraverso il coinvolgimento, non possiamo maturare. Ciò che esprimiamo esteriormente, viene sopratutto da ciò che coviamo nell'intimo, anche in convinzioni represse che nell'intimità esprimiamo anche contro natura verso i nostri simili, se non ci si è formati maturità.
Persone di cultura alla guida spirituale, all'applicazione della legge, o che si propongono alla guida politica, anziché difendere come sarebbe loro compito i più deboli e bisognosi, li sfruttano per proprio tornaconto, quindi col nostro consenso contribuiamo al degrado di tutti noi. La nostra superficialità determina incapacità di crescita e maturità.
Se consideriamo che Dio possa determinare le volontà anche di una sola persona, non potremmo considerarci liberi di determinare il nostro operato. È appunto nel Sacrificio di Gesù Cristo che ogni individuo è elevato al Suo pari, a “Figlio di Dio”, ed essendo tutti diventati noi stessi DIVINITÀ per EREDITÀ, non abbiamo alcun bisogno di Divinità, Idoli, Dio, Gesù Cristo, Santi e Madonne, ma dovremmo cercare solo il coinvolgimento con i propri simili.
È Gesù che lo indica nell'unico Suo unico “Comandamento” che non può che essere il condensato di tutta la Bibbia, quando afferma: «Ama il prossimo tuo come te stesso». Questo significa che è il solo modo di dominarci, nello stabilire la strada da percorrere perché la nostra esistenza sia sempre meno traumatica ed appagante. Questo traguardo straordinario, raggiunto dai nostri antenati, A NOI SAREBBE POSSIBILE SOLO STACCANDOCI DA TUTTE LE DIVINITÀ. Che è quanto indica Gesù Cristo stesso!
Non vi è mai stata alcuna divinità, o Dio a comunicare, ma tutto è frutto del raggiunto uso della “RAGIONE”. Se si vuole, ad ognuno, seppure nella propria esistenza, è possibile costruirsi una vita appagante, con il semplice convincimento di creare stima e dignità nel coinvolgimento con altri, per la crescita e non per lo sfruttamento.
Non agire consapevolmente in prima persona, affidandosi a divinità, pur sapendo di non avere alcun vantaggio, ne PERDIAMO LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE COMUNQUE NOI A DETERMINARE I NOSTRI PROBLEMI.

Con questo scritto, l’iniziativa «I Racconti di Vener dì»si apre anche alla saggistica, e quindi da oggi è possibile partecipare anche con brevi saggi.

Oscar Esile apporta il suo contributo originale alla sempre dibattuta, in tutti i tempi, questione della fede. Il saggio si apre e si chiude con due decise affermazioni che ben illustrano e “comprendono” (anche da un punto di vista grafico) il pensiero di chi scrive. L’uomo può e deve fare molto più affidamento sulle possibilità della Ragione, e per riuscirci deve smettere di demandare, affidare, affidarsi. Il ribaltamento del pensiero comune giunge da una particolare visione del sacrificio di Cristo, che, a detta dell’autore, vuole insegnarci la necessità di un uomo sottomesso all’uomo, e non a un Dio.
Sottomissione, in questo caso, evidente sinonimo di scoperta (o riscoperta) di un valore intrinseco che possediamo tutti noi.
Acquista nuova luce, in quest’ottica, anche il comandamento «Ama il prossimo tuo come te stesso», ulteriore, grandioso invito a prestare attenzione al valore di se stessi.
Oscar Esile afferma che Gesù stesso ci invita a staccarci da tutte le divinità, dal concetto stesso di divinità. Solo acquistando una tale, rivoluzionaria consapevolezza, può conseguire l’ulteriore consapevolezza che all’origine di tutti i nostri problemi ci siamo noi.

Per contattare l’autore:  eliseo.pezzi@tin.it

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1 commento:

  1. Il -leggere- si differenzia dalla -lettura- come il -riso- si differenzia dal -sorriso-. Se la -lettura- non è in grado di modificare le proprie convinzioni, è molto meglio non -leggere- ne -studiare-. Chi non trasforma il -sapere- in -cultura, certamente non riuscirà mai a maturare, anche quando approfittando del proprio sapere sfrutta i propri simili, diventandone potente e famoso. Resterà sempre un -nulla- anche se ricco e famoso.

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