In piedi
sulla riva
Dipana velario di luce
dal mare, colori a mescere
tra cielo e sponde,
tra sabbia e case,
povere case in barbaglio
d’ocra
laggiù, dall’isola scarna di scogli.
Scuote la donna torrente
di reti ad asciugare al sole,
lo sguardo del pescatore
attento a che squarci le maglie
non abbiano tra alghe e sassi,
di terra rossi.
Così, oltre quel gesto
che dura millenni,
dura fatiche e forse rimpianti,
ammonisce la mente altri destini
che mai, come il mio, ebbero mari,
né moli, né bitte cui bastimenti
strappare
all’artiglio dell’acque,
e mi somiglia, sì, quanto mi somiglia
questo brivido di vita
riversa alla salsedine aspra
d’un giorno qualunque
che lento inabissa
su specchi d’azzurro.
Per contattare l’autrice: angelambrosini@libero.it
Angela Ambrosini conosce profondamente la forza
del suono intimamente legata alla parola. Nel suo incedere attraverso le
parole, la poetessa sa che il ritmo e il “suono visionario” sono elementi
irrinunciabili, in questa forma d’arte, e lo dimostra in questa poesia che è
splendido inno d’amore per le gesta di un lavoro antico che è al tempo stesso
faticoso e affascinante.
Il gesto “che dura millenni” ha molto da
insegnare, da comunicare, ed è lo sguardo attento e speciale dell’artista a
saperlo cogliere. Angela Ambrosini
ci parla, sa farlo, di saperi millenari, con tutto il loro carico – denso e
solenne – che è saggia eredità, più di ogni altra cosa. Così ci accorgiamo che
l’essenziale ci accomuna tutti, nessuno escluso, oltre il particolare della
diversità.
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