Un pomeriggio d’estate
Scendo i gradini del mare
di una spiaggia di fine giornata.
Il mio vestito giallo
si apre a ruota attorno a me
come un fiore.
Le mani bruciate dal sole
spingono il tessuto verso il fondale
cristallino,
immobile aspetto che si bagni
e insieme ad esso affogo
in mille sensazioni di eterno e libertà.
Le gambe immerse nell’acqua
assorbono la linfa, la vita.
Il sole che tramonta
riflette infiniti colori,
sfaccettature di un diamante.
Pura risalgo con leggerezza
e con i vestiti a pelle
mi avvio verso casa.
Le gocce dei capelli lasciano la scia
e tu che mi spiavi
da dietro le sbarre di un cancello,
l’hai seguita,
con il tuo desiderio
e il tuo pensiero d’amore.
Il pomeriggio estivo si disegna
delicatamente e al tempo stesso con energia, nelle parole di Marise Gallo, lasciando nel lettore una
sensazione densa, concretamente luminosa.
I versi materializzano una sensualità
sicuramente pronunciata, ma non per questo “troppo” presente. Al contrario, le
parole sono sempre in movimento e così il tocco diventa leggero.
L’intento di Marise Gallo, perfettamente
riuscito, è quello di mostrarci con tatto e forza una scena che potremmo
definire cinematografica, in un certo senso, e che il lettore riesce a “vedere”
benissimo, grazie all’ottima costruzione della poesia. È sicuramente “Un
pomeriggio d’estate” splendido e in movimento.
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