venerdì 20 giugno 2014

L'oca, la capra, la pecora e... tu!

La Libreria L'ArgoLibro ad Agropoli (in Viale Lazio 16, adiac. Via Salvo D'Acquisto, nei pressi del Centro per l'Impiego) aspetta tutti i bambini dai 5 ai 9 anni per un bellissimo corso di disegno curato da Milly Chiarelli e ispirato dalle immagini dei meravigliosi libri di Valentina Edizioni.
Appuntamento tutti i mercoledì di luglio dalle 18,00 alle 20,00. L'ultimo appuntamento si terrà presso il Lido Il Raggio Verde (Lungomare San Marco, Agropoli), dove saranno esposte le opere dei bambini, a partire dalle ore 20,00.
Costo del corso per cinque incontri: euro 25,00.
Il corso è a numero chiuso, su prenotazione. Per info e prenotazioni: 3292037317 - 3395876415 - occhidiargo@hotmail.it  



giovedì 19 giugno 2014

Baratto? Grande successo e soddisfazione!

Bellissimo l'incontro di ieri pomeriggio a L'ArgoLibro per LA SERA DEL BARATTO OCCHIO X OCCHIO LIBRO X LIBRO - LA VENDETTA DELLA LETTURA organizzata da Gli Occhi di Argo presso la Libreria L'ArgoLIbro in Viale Lazio, 16 ad Agropoli.
Moltissimi giovani di tutte le età si sono radunati e si sono trasformati in barattatori portandosi a casa e lasciando moltissimi bei libri.
Tanti i sorrisi e le strette di mano che hanno sancito i numerosi baratti.
Vari e belli i libri barattati con la libreria.
Molto apprezzate sono state le magiche e sempre nuove lampade LUMILLA dell'artista Sonia Ruggiero.
Si ringraziano vivamente i molti partecipanti.



PROSSIMO APPUNTAMENTO 16 LUGLIO


Pasquale Fernando Giuliani Mazzei al Castello di Agropoli

Ecco le foto dell'ìinaugurazione della splendida Mostra personale di disegni di Pasquale Fernando Giuliani Mazzei presso il Castello Angioino-Aragonese di Agropoli, a cura del Critico d'Arte Antonella Nigro.
Un ringraziamento particolare va all'Assessore alle Politiche per l'Identità Culturale, Francesco Crispino, e a tutti gli intervenuti. 
Si ringrazia per le foto Rino Scarpa.
La mostra è visitabile fino al 30 giugno. Per contattare l'autore: pasqualeferdinando@gmail.com 














domenica 15 giugno 2014

Bruno Mautone a Crotone

Continuano in tutt'Italia le presentazione del saggio "Rino Gaetano. La tragica scomparsa di un eroe" di Bruno Mautone.
Un saggio che continua a far discutere e ad appassionare. Cliccate qui per tutte le info o telefonate al 3395876415.

Prossimo incontro con l'autore:


Festival del Mediterraneo
Scandale (Crotone)



Sabato 28 giugno ore 16,00



Per contattare l'autore:

Agropoli - LA SERA DEL BARATTO DEI LIBRI

L'appuntamento per il BARATTO LIBRI GRATUITO è per mercoledì 18 dalle ore 18 alle 22.
LIBRERIA L'ARGOLIBRO
Agropoli (Sa) Viale Lazio, 16.
Per info 3292037317 



REGOLE DEL BARATTO DEI LIBRI

Gli Occhi di Argo, allo scopo di diffondere la cultura della lettura e del libero scambio, della solidarietà, della reciproca fiducia e del risparmio di denaro, propone, in collaborazione con la libreria L'ArgoLibro, che partecipa per ampliare la propria offerta di libri, “LA SERA DEL BARATTO – OCCHIO X OCCHIO LIBRO X LIBRO ovvero LA VENDETTA DELLA LETTURA” come forma pratica e spontanea utile al recupero, alla rilettura e allo scambio dei libri.

Art. 1 –
Il baratto non ha scopo di lucro: è lo scambio di un libro con un altro libro senza uso di denaro.
Art. 2 –
Il baratto è consentito per ogni tipo di libro che risulti legale, in buono stato di conservazione e pulito.
Art. 3 –
È vietato proporre e scambiare con baratto libri scolatici, pornografici o che risultino lesivi del comune senso del pudore o ne sia vietata e/o limitata dalla Legge la vendita.
Art. 4 –
Il baratto si effettua attraverso la libera contrattazione tra le parti e si perfeziona nell’accordo che sancisce lo scambio dei libri.
Art. 5 –
Il baratto viene sancito tra le parti mediante stretta di mano che ne costituisce, per entrambe, chiara dichiarazione di volontà.
Art. 6 –
L’annullamento degli effetti del baratto e la restituzione delle cose barattate è ammesso a condizione che vi sia accordo tra le parti.
Art. 7 –
Il baratto non prevede garanzie sui libri di scambio se non in forma implicita nel rapporto di fiducia che si instaura tra le parti all’atto della negoziazione.

Il presente Regolamento è stato redatto dall’Ass. Cult. GLI OCCHI DI ARGO nel mese di marzo dell’anno duemilaquattordici ed è aperto a considerazioni, proposte, modifiche e integrazioni volte al suo miglioramento e perfezionamento.
L’organizzazione dell’evento si riserva la facoltà di intervenire e di decidere nell’ambito della manifestazione a proprio insindacabile giudizio ogni qualvolta lo ritenga necessario.

REGOLAMENTO de LA SERA DEL BARATTO – OCCHIO X OCCHIO LIBRO X LIBRO ovvero LA VENDETTA DELLA LETTURA
Mercoledì 18 giugno 2014

Art.1 
LA SERA DEL BARATTO si propone di diffondere, senza scopo di lucro, la cultura del recupero, del riutilizzo, del riciclo dei soli libri; l’intento è quindi di creare un’esposizione di libri al fine di scambiarli con altri libri.  
Nel corso della manifestazione saranno divulgate e proposte le idee della decrescita, l’anticonsumismo, l’ecologia, l’economia sostenibile, il bene comune, anche attraverso l’allestimento e la visione della MOSTRA DELLE LAMPADE LUMILLA dell’artista Sonia Ruggiero.

Art.2
La manifestazione è dedicata esclusivamente allo scambio di libri, non è ammessa la vendita per nessuna ragione. Per nessuna ragione è possibile lo scambio di denaro o comunque monetario nell'ambito della manifestazione.
Art.3
L’iscrizione è gratuita e formale, a nessuno sarà richiesto di dichiarare la propria identità; con la sola presenza alla manifestazione si accetta il presente regolamento.
Art.4
Tutti i libri da barattare devono essere legali, integri, puliti, in regola con le norme del copyright e diritto d'autore.
Art.5
Lo scambio avviene tra i partecipanti con accordo diretto e senza valutazione preventiva degli oggetti.
Art.6
I partecipanti potranno provvedere autonomamente all'allestimento dei loro spazi. La libreria L'ArgoLibro metterà a disposizione gratuita alcuni banchetti (fino ad esaurimento degli stessi) e allestirà allo scopo di rinnovare la propria offerta un proprio banco di baratto,
Art,7
Un rappresentante de GLI OCCHI DI ARGO sarà presente, ma non interverrà nello scambio che rimarrà libero tra gli iscritti.
Art.8
Nell’eventualità che un libro esposto venga ritenuto in qualche maniera non idoneo all’evento, indecente, offensivo o lesivo del pudore o della sensibilità dei partecipanti, con giudizio insindacabile degli organizzatori, il libro dovrà essere ritirato dall’esposizione.


Ad Agropoli, alla Libreria L'ARGOLIBRO inizia il 18 dalle ore 18 LA SERA DEL BARATTO LIBRI - LA VENDETTA DELLA LETTURA - L'evento è illuminato dalla mostra delle lampade d'Artista LUMILLA DI Sonia Ruggiero

venerdì 13 giugno 2014

Pasquale Fernando Giuliani Mazzei al Castello di Agropoli

Dal 16 al 30 giugno al Castello medievale di Agropoli si terrà la mostra personale
del Chiaro e dello Scuro


Opere di 
Pasquale Fernando Giuliani Mazzei
Mostra a cura del Critico d'arte
Antonella Nigro

Vernissage:
lunedì 16 giugno ore 18,00

I RACCONTI DI VENERdì - Monica Fiorentino



Cristina

Autrice: Monica Fiorentino

(tratto da _lamerladallalunablu)

Lettera 21. Dolcemente, lievi, impalpabili, con delicatezza infinita le dita di Cristina spostarono i lunghi capelli della bambina dietro l’orecchio, sorridendole nello scendere carezzevole dei polpastrelli sulle rosee guancie. “Francesca adesso è ora di dormire, da brava!” spostò la mano sulla fronte della piccina. “Dormire” che gran parolona, pensò fra se e sé la donna, tacendo. Conosceva bene la vivacità della sua figlioletta, la sua carica di energia, era così piena di vita, eccessiva, una tale monella, che farla star ferma era un’impresa impossibile durante il giorno, figurarsi poi se di notte non era l’ultima a chiudere gli occhi. In quella camera in affitto, modesta, priva di fronzoli: una tavola, due sedie spagliate ed un letto, dove vivevano da sole, madre e figlia, solo in quei momenti la quiete scendeva serena trasformandosi in gioia pura, e quelle squallide mura si trasformavano d’incanto in un castello spettacolare per entrambe. Il giorno non permetteva requie, i fucili maneggiati dai soldati per le strade in maniera del tutto gratuita, rappresentavano per Cristina un tale stato di panico, da farla tremare di sudore gelido ogniqualvolta ne sentiva l’eco, seppur questo provenisse in lontananza e sapesse al riparo la piccola, angelo in mezzo agli angeli, fra le pareti della scuola che li accoglieva tutti ormai un unico edificio, nel loro paese devastato alle radici. Non poteva permettersi di non lavorare tutto il giorno, ma non riuscire a  tenere perennemente la sua Francesca sotto la propria vista la faceva star male, solo di notte, accanto a lei, stringendola fra le braccia si sentiva sicura “Un’altra ancora, una sola!.. l’ultima, ti prego!” chiese la bimba tirando la blusa della donna sul seno, avvicinandola al suo viso, distesa sul letto al suo fianco, guardandola negli occhi, sapeva come fare le sue richieste, non le si poteva dire di no, e lei in quegli occhi si perdeva. Carezzando attenta quei boccoli biondi, spandendoli sul cuscino in cerca dei nodi, le sorrise sospirando “L’ultima… poi si dorme!”.
La bambina a quella vittoria alzò i pugni, stringendosi di riflesso al suo corpo per ascoltarla meglio, sentirla riportare quelle poesie che tanto amava, ascoltandole cullata dai battiti del suo petto, come piaceva a lei, rappresentava un momento di felicità perfetta, irrinunciabile. La loro camera di notte diveniva una cupola stellata d’amore, fuori non esistevano più guerre, dolori, morte. Non si respirava più l’odore acre di polveri bruciate, non s’udivano urla d’implorazione, non si vedevano riversi al suolo occhi dalle orbite vuote, lembi di pelle, sparute braccia tranciate di netto da corpi ancora caldi.
Fischia il treno /Fra rami di luna/ un pettirosso recitò di un fiato il primo haiku che le era passato per la mente, contando le sillabe, sorridendo, sapeva che lei riusciva a conteggiarle in modo altrettanto veloce, allo stesso ritmo, aveva imparato a far di conto sulle dita proprio in quel modo, “giocando agli haiku”, quella poesia in stile orientale: cinque, sette, cinque sillabe in stile classico, un po’ di più quelle all’occidentale. Era stato facile insegnarle, aveva appreso subito. Dante aveva di certo avuto accanto una bambina come la sua, quando aveva così candidamente affermato che ci sono rimaste tre cose del Paradiso: le stelle, i bambini ed i fiori, pensò disegnando il nasino della piccola con un dito.
“Quel pettirosso è molto bello, vero mamma?” le chiese di rincalzo. “Sì, è bellissimo Francesca… ha le ali di neve, il becco lucente, due occhi viola scuri, cangianti come quelli degli angeli!” le rispose “E ama il treno perché a lui piace viaggiare?”. “Sì viaggia, amore mio, certo che viaggia!”. “Che bello deve essere viaggiare, voglio viaggiare anche io molto da grande, quando la guerra sarà finita, e diventare una poetessa di haiku brava come te!” rise di gusto.
La Pace. La guerra non l’amava la poesia, e Cristina sapeva bene con quanta fatica doveva tener via demoni dalle sue gonne e dal suo seno, per tenere stretta lei, piccolo bocciolo.
“Anche io troverò un pettirosso, mamma?”. “Certo!”. “E sarà così bello?”. “Ancora di più!” l’attirò a sé, gazza dal volo di vento a proteggere i suoi piccoli, merla dalla luna blu.
Sapeva quanto fango veniva gettato ogni giorno su quei fogli che nascondeva alla vista dei guerriglieri, dei loro stivali di gomma inzaccherati di terra, di cervella umane, di  sangue, le loro bestemmie, il fucile di ferro al braccio. Quegli haiku li tesseva solo di notte lontano dalla violenza, dalle unghie sporche a cercare nelle trame della sua pelle, quando l’investivano piegata sul pavimento, immersa nel suo lavoro, l’attività quotidiana che svolgeva per procurarsi onestamente il pane e crescere la sua principessa. I suoi haiku, la sua poesia, che sognava un giorno di pubblicare in una Raccolta  unica, quando di nuovo parole e sentimenti avrebbero avuto un senso ed una voce. La sua Raccolta. Quella il cui titolo aveva deciso con lui poco dopo aver scoperto di essere incinta, una sera, conversando in piedi in cucina “Il cielo sopra la guerra” aveva aperto larghe le braccia il giovane “Non sarebbe male!” buttò, assaporando già il sogno. Libero, inarrivabile, invincibile.  
“E il mio papà era bello quanto lui?” continuò curiosa “Era una rondine libera,  un usignolo bellissimo!” la baciò lei. Il volto di Cristina come sempre nel raccontare dell’uomo che le aveva messo in grembo quel fiore, prese di colpo a dipingersi di una dolcezza sconfinata, lui il cui petto aveva visto inerme, trivellato dai proiettili una notte di novembre in piazza, mentre la loro bambina in auto dormiva ignara. Rocco il suo compagno, unico amore, lui, camicia aperta, fianchi stretti e quegli occhiali dalla montatura grossa sul naso, lui solo, che l’aveva fatta innamorare, ali immense a volare, fotografo di professione, per passione, artigiano di sogni, le cui foto di denuncia avevano fatto il giro del mondo, testimoniando la malvagità e l’infamia, pronti quei bianco e nero, fermo-immagini del tempo, scatti di vita, istantanee a urlare l’indecenza e scrivere la parola pace, assieme alla ribelle libertà. Lui che fino all’alba non si fermava mai dallo stampare, a capofitto, rumore dei tasti al computer, “sovversivo”, libero di parola e pensiero, cielo sopra la guerra, “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli” le aveva insegnato, senza rinnegare nulla del linguaggio degli uomini, bellissimo gabbiano.
Mentre ascoltava di lui, come di consueto, gli occhi di Francesca presero lentamente a chiudersi, nonostante lo sforzo di lei a tenerli aperti, si sarebbe addormentata di lì a poco, la donna conosceva bene quei piccoli intervalli, quel cedere al sonno, l’aveva messa al mondo lei, con grida inumane, e ne conosceva ogni tratto di pelle, ogni minima espressione, ogni centimetro. “È vero come diceva papà che quel portiere ad ogni rigore parato riusciva a trovare un quadrifoglio nei pressi della sua porta?….”. “Sì, Francesca certo che è vero! Lev Jašin vuoi dire…”. Sapeva che come ogni volta succedeva, stava addormentandosi fra le braccia del suo papà, lontano dal sangue, dalla guerra, dalla violenza, dal dolore.
L’amava quella bambina, l’amava profondamente. Li amava entrambi. Forte.

“E quell’angelo nascose il viso fra le mani, stringendo i suoi begli occhi viola di dolore accesi, serrando le labbra, chiuso nelle sue piume blu a coprirlo”


La vita “pulita”, semplice, limpida, tanto desiderata e ricercata, nell’inferno della guerra, di ogni guerra. “Cristina” di Monica Fiorentino continua la galleria di personaggi descritti con sottigliezza e acume da una scrittrice che gradualmente ci rende sempre più consapevoli di quanto sia elevato il nostro potenziale di distruzione oppure di costruzione, di stupidità oppure di sensibilità.
È strada obbligata, questa conoscenza, per tutti noi, strada da percorrere singolarmente. I proclami generici e collettivi hanno ben poca efficacia, purtroppo; per questo la voce dell’artista è insostituibile e ineguagliabile, nella sua efficacia!
Monica Fiorentino ci fa dono a piene mani delle sue immagini, delle tracce corpose ed esplicative. Il passaggio da “lei” a “noi” richiama l’addormentarsi della bambina che è anche allontanarsi “dal sangue, dalla guerra, dalla violenza, dal dolore”. Se sappiamo, se conosciamo, rifiutiamo la distruzione.


Della stessa autrice: Matteo

Per contattare l’autrice: angelo.dicarta@libero.it

Scrivi racconti brevi? Questo è il concorso giusto per te. Leggi il bando del concorso

Per le tue poesie c’è Lunedì Poesia


mercoledì 11 giugno 2014

KERAMOS - Quarta edizione: ecco i vincitori





Siamo giunti alla fase finale della quarta edizione del Concorso Nazionale di Poesia “KERAMOS”, organizzato dall’Associazione artistico-letteraria “Gli Occhi di Argo” in collaborazione con il Centro d’Arte “Keramos” di Antonio e Andrea Guida.
Un vivo ringraziamento va a tutti gli autori partecipanti, anche quest’anno sono giunte tantissime poesie davvero pregevoli e significative.
La giuria ha scelto i seguenti dodici finalisti, che vedranno la propria poesia riportata in un pannello di ceramica che sarà affisso presso il centro storico di Agropoli, in provincia di Salerno:

“Luna” di Marise Gallo
“Fuoco” di Iuvanita Bottiglieri
 “Frammento” di Anna Maria Guerriero
“Alle ceramiche di Edi” di Angela Ambrosini
“Luna marina” di Elisa Rigonelli
“Prometeo, portator di luce” di Laura Vargiu
“Luna” di Riccardo Sanna
 “Terra, Madre” di Sandra Ludovici
“Il grande mare” di Maria Gabriella Conti
“La fine del fuoco” di Giuseppe Milite
“Il risveglio della natura” di Patrizia Cantarella
“Terra di acqua e di fuoco” di Fabio Aloise

Complimenti vivissimi a tutte/i!
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 28 giugno dalle ore 18 e 30 presso il Castello Medievale di Agropoli. Come da regolamento, le poesie vincitrici saranno riportate in un pannello di ceramica – realizzato appositamente dal Maestro Antonio Guida – installato nel centro storico di Agropoli.
Tutti i poeti partecipanti, non solo i finalisti, sono invitati fin da ora a partecipare. Nei prossimi giorni invieremo info più dettagliate.
Per qualsiasi comunicazione, fate riferimento ai contatti occhidiargo@hotmail.it e 3395876415.
A sabato 28 giugno.

Lo Staff 

Un incontro interessante a San Benedetto del Tronto



Sabato 14 GIUGNO 2014        
ore 16

Presso  BAR Mama Lulu, Via Toti  45 - San Benedetto del Tronto (a metà della strada che scende dalla Stazione Porto d’Ascoli)
     
INCONTRO con L’AUTORE

La S.V. è invitata alla presentazione del  saggio

LA  CIVILTÀ  CANAPINA
tra Ascoli e San Benedetto
di
PIERPAOLO MASSETTI

Recensione critica e letture a cura di: Daniela BRUNI   

Una domanda sorge spontanea: cos’è la Civiltà canapina? Non ne sai nulla, vero!? Allora sei nella condizione perfetta  per essere presente Sabato 14 giugno.

(P. S. Si tratta di una tematica ecologica che riguarda tutti noi se non vogliamo  - nei prossimi anni- avvelenare la nostra acqua, il nostro cielo, il nostro ambiente che si farà sempre più ostile per noi e le nuove generazioni. I nostri avi invece avevano imboccato la strada giusta!
 Nel libro foto numerose, interessanti sulle attività in merito in zone delle Marche e dell’Umbria).


Copertina monocromatica  - 10 euro - Per riceverlo in anteprima, con pagamento anticipato, è possibile telefonare all’autore (tel.389 1506061)

martedì 10 giugno 2014

Giugno & il nuovo Segnalibro






(clicca sulle singole immagini
per ingrandirle)

Giugno 2014, questo mese il Segnalibro vi offre: 

- poesie di Luigi Arena e Giovanni De Simone; racconto di Pietro Rava; articoli di Annalisa Miceli, Eufemia Griffo, Giuseppe SalzanoVito Rizzo;
- spazi dedicati alle pubblicazioni di Tommaso Mondelli («Poesis - Sui monti della Luna»), Pasquale, Anna e Armando La Palomenta («Cucinare con le erbe spontanee - Menu della biodiversità»), Christina Caflisch («Il cubo di marzapane»);
- news sulle presentazioni estive de “Gli Occhi di Argo”, Liber da Mare Libri d’Amare;
- news sugli eventi di giugno che si terranno presso la Libreria L’ArgoLibro ad Agropoli, Salerno (spazio web dedicato www.largolibro.blogspot.it) e in altri luoghi;
- informazioni per aderire ai concorsi aperti a coloro che vogliono essere pubblicati sul Segnalibro;
- link attivo alla libreria on line, con centinaia di titoli scelti accuratamente;

... e tante altre news e curiosità!

Il Segnalibro moltiplica la visibilità per le tue opere.
e partecipa ai nostri concorsi!

sabato 7 giugno 2014

A Minori Lizzie Siddal

Giovedì 5 Giugno 2014
ore 20.00
MINORI - BAR 52
Premio “costadamalfilibri 2014”
Salotti letterari
Giovanna Della Porta, Milena Esposito, Antonella Nigro, Giuseppe Salzano
e
Maria Cristina Orrico

Lizzie Siddal

Ecco le foto del piacevolissimo incontro di presentazione del libro Lizzie Siddal di Giovanna Della Porta, Antonella Nigro e Giuseppe Salzano. Editore L'ArgoLibro.
Si ringrazia il dottor Alfonso Bottone, direttore organizzativo dell'evento e Rosario Tedesco per le fotografie.
Quadro vivente dell'attrice Maria Cristina Orrico.













Lizzie Siddal - Autori Vari

Immagine di Saverio Caiazzo
Biografia - Saggi e Poesie
Autori Vari
Lizzie Siddal
Formato 14,5x21 - 140 pagine
ISBN 978-88-98558-05-6
Foto in copertina: Saverio Caiazzo
Editore: L'ArgoLibro
Euro 12,00
Spedizione gratis in Italia ancora per il mese di ottobre 2013 per info e ordini: largolibro@gmail.com


 Leggi le prime pagine

Questo interessante progetto editoriale - realizzato dalla casa editrice “L’ArgoLibro” e dall’Associazione “Gli Occhi di Argo”- è dedicato all'affascinante figura di Elizabeth Siddal, detta Lizzie. Modella, poetessa e pittrice inglese, nota soprattutto per essere stata la moglie di Dante Gabriel Rossetti. Questo prezioso libro vuole farla conoscere e apprezzare come artista a tutto tondo e “indipendente”, riportando le sue poesie, analizzando i suoi dipinti, la propria vita ed il suo tragico profilo psicologico che la porterà al suicidio. L’opera contiene le relazioni, scritte appositamente per la pubblicazione, della dottoressa Antonella Nigro, critico d’arte, e del dottor Giuseppe Salzano, neuropsichiatra, nonché le traduzioni di tutte le poesie  – con testo a fronte – di Giovanna Della Porta e Gabriella Borrelli. Curatrice del progetto è Milena Esposito. Un’opera imperdibile in italiano e in inglese per chi desidera conoscere approfonditamente un’artista che, tra l’altro, è stata la modella della più conosciuta Ofelia (quella di John Everett Millais).


venerdì 6 giugno 2014

I RACCONTI DI VENERdì - Monica Fiorentino



Matteo

Autrice: Monica Fiorentino

(tratto da _l’albatrosdalgrandesogno)

Lettera 21. Muti gli occhi di lui si posarono su quella polvere, ferma, immobile, finissima, sollevata a tratti dal vento, quasi a divenire fumo sottile di nebbiolina gialla, cratere a cielo aperto nel grembo sventrato di quello stadio senza più un solo filo d’erba, tagliata a modo, senza più una sola striscia bianca al suolo a delineare perimetri di gioco, privo di quell’odore, particolare, che nel tempo aveva imparato a riconoscere come suo; non era più quello il posto dove era stato vitale correre per giocarsi la vittoria, la vita, dove lo spostarsi delle gambe diveniva danza in sincrono fra compagni e avversari, urla, fischi, brezza nei capelli, sudore, polmoni pieni, braccia levate in alto lanciate verso la gloria, una festa dal crescendo esponenziale. Muto, percepì il silenzio, irreale, appiccicarsi alla sua pelle e una smorfia di dolore gli si dipinse sul viso. Spoglio, nudo dinanzi a quella devastazione, sagoma ingombrante, ombra fantasma in quel campo di calcio vuoto della sua linfa, il suo sguardo vagò in cerca della vita, inutilmente. Non c’era più nulla del gioco, di quel sano spirito vivo, sulle cui basi si era eretta quella mole di pietre e cemento, spalti,  quell’infinito verde da calpestare, un tempo cuore pulsante di orgoglio e gioia, fogli di giornale delle domeniche, anima estirpata alle radici. Tutt’attorno le bombe avevano demolito ogni cosa, distrutto palazzi, divorato case, tranciato il respiro di neonati, per le strade, nei vicoli neppure più un pallone, le ossa erano state frantumate, i fucili avidi dei gendarmi dal lungo pennacchio si erano abbeverati di carne giovane, muscoli a battere, donne coi loro figli fra le braccia, il rumore dei tacchetti era stato sostituito dagli anfibi dei soldati, le urla d’allegria dagli ordini pronunciati ai margini con ferocia tagliente.
Come un’ombra lenta e cadenzata, l’ombra che era divenuto, lui ripassò quel campo, camminando scalzo fa quella polvere attaccata ai suoi talloni, al suo petto “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli” aveva affermato un tale. E chiudendo gli occhi ricordò quella sfera a vibrare sul terreno, fremente, calda, roboante, quella palla che lui aveva reso la sua amante e sposa, rincorrendola nel fango, col fiato corto, i muscoli tesi, il cervello a mille: il suo calcio, quello per cui aveva bevuto assieme agli altri pioggia e si era fatto bruciare le labbra dal sole pur di tenerlo fra le gambe a correre, lui che le sue gambe se le sarebbe spezzate per portarlo in alto, oltre la rete, oltre il limite stesso concesso dai sogni per superarlo e vincerlo, portandolo oltre ogni vetta, albatros dalle immense piume bianche. Quei guanti che di fronte aveva sfidato, ogni volta, cento e cento giri, mai sazi, ebbri, la polvere che aveva mangiato, quel rimbalzare piede-caviglia-stinchi-cosce, gola, “uomo”, sguardo al cielo che fosse stato d’azzurro o piombo, oltre le nuvole. Petto, passione, provocazione e vita, vita ancora vita, solo vita.  
“Allora verrò a vederti giocare!” ricordò lui d’un tratto, le parole di quella perfetta sconosciuta, i cui occhi aveva incrociato di colpo quella mattina d’aprile al mercato, per non dimenticarli mai più. Lei che di primo acchito l’aveva fatto sorridere, in piedi fra la folla del mercato pullulante di persone indaffarate, intenta a gesticolare con quelle sue minute braccia, a testa alta, tipa dal muso duro, il cipiglio di un lupo e le ali di una cinciallegra, tra la ressa che di fretta fra spintoni e grida, cercava di appropriarsi degli ultimi scampoli di approvvigionamenti rimasti, prima del riprendere delle azioni belliche; lei fra il frastuono ed il caldo, concentrata a recitare poesie a dei bambini accorsi attorno ai suoi versi, insegnando loro a dividerle in sillabe, la sua voce l’aveva attratto subito, e come spinto da una forza irrefrenabile le si era avvicinato, continuando coi suoi rimpalli, ginocchia-piede, stop di petto, attirando l’attenzione dei piccolini, col risultato di farla arrabbiare non poco “Non sono poesie in lingua, si chiamano haiku… è poesia certamente, ma molti non la conoscono!” aveva puntellato lei le braccia sui fianchi cercando di dirottare il giovane da tutt’altra parte, per riprendere il controllo della sua cerchia di ragazzi “Sei una poetessa allora! Una sorta di Bukowsky in gonnella!” l’aveva definita sorridendo, facendola arrabbiare oltremodo. “Certo! In fondo, immagino tu conosca una miriade di altri autori, al di fuori ‘del solo’ zio Buck!” quel carattere pronto, affilato, gli era entrato dentro, immediatamente. “Beh, no… anche le poesie “sudoku”, sì dai, un po’ le conosco!” e nel pronunciare quelle parole aveva provato l’incontenibile desiderio di baciarla davanti a tutti, di prenderle la nuca e respirare l’odore delle sue labbra da vicino. Ma sarebbe stato sgraziato, avrebbe rischiato oltretutto, da quel poco che aveva potuto appurare, anche d’essere sbranato da cotanta ferocia, certo bisognava prima almeno un po’ conoscersi. Ma la guerra non concedeva quasi mai a nessuno questo genere di lussi.
Ricordò il sorriso di quella giovane a sedersi sulle scale, quando ubbidiente lui aveva arrestato di colpo il pallone, prendendolo sottobraccio invitando i bambini a seguirli in circolo; aveva raccontato loro del colore della sua maglia, del sudore, dei trucchi imparati, senza sconti, incollata la palla al piede, bambino biondissimo, adulto dalle spalle larghe e quei fianchi troppo stretti, ginocchia a scattare, il passo dell’arbitro, sangue, il cuore, al grido di “boia chi molla”, sempre sul pezzo. Seduti su quei gradini tra foglie di verdura e resti di frutta rancida, svenduta,  a ruota lei gli aveva parlato delle sue poesie, dei suoi sogni di scrittrice di haiku, una poesia in stile orientale che conta le sillabe e che in occidente prevede una sequenza più lunga; di quanto fosse in realtà innamorata del Bukowski poeta e scrittore, dai versi liberi e veri. Tutto ciò di cui la guerra non teneva alcun  conto.
Muto, in quel campo ridotto al nulla, orfano dei suoi ricordi, Matteo lasciò cadere al suolo la sfera, aprendo la mano, e due occhi viola di dolore acceso si chiusero di sofferenza su quello scenario, dove neppure più gli angeli  riuscivano a ricacciare indietro le lacrime. Quel giorno al mercato, non le aveva chiesto neppure il nome, fra loro solo quella promessa “Allora  verrò a vederti giocare!” “Promesso?” “Promesso!”, ma la guerra non incide i nomi. Il rotolare della palla lungo il terreno di gioco, divenuto macabro sudario d’orrore e sangue, sembrava scrivere uno haiku col suo incedere Zucchero/Le mie labbra a vestirsi/della tua bocca e sul suo viso si abbozzò un sorriso, mentre lenta una lacrima, divenne ai suoi piedi una morbida rosa dal cuore bianco.


 “Spoglio, nudo dinanzi a quella devastazione, sagoma ingombrante, ombra fantasma…”. Potrebbero essere queste, le parole-chiave del nuovo racconto di Monica Fiorentino, queste o (anche) molte altre, perché questa giovane autrice ci ha abituati a una particolare abilità, a una capacità che sa far vedere l’essenza dell’amore quotidiano nel mare indistinguibile dell’odio. Sì, perché l’odio della guerra tutto livella, tutto pone allo stesso livello, spianando con crudeltà le sottili differenze, i tuffi del cuore, le sfumature.
La penna, il cuore di Monica Fiorentino hanno una sensibilità tale da poter far notare tutto questo e ancora altro.
Quel “Tutt’attorno le bombe avevano demolito ogni cosa” riassume al meglio la necessità di saper riconoscere l’avanzata dell’odio per potersene liberare, per allontanarlo prima che sia troppo tardi. Prima che si venga, appunto, accerchiati.
Continua il canto contro la guerra, continua la grande capacità di un’artista che sa farci vedere oltre l’ottusità.


Della stessa autrice: Nausicaa

Per contattare l’autrice: angelo.dicarta@libero.it

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Per le tue poesie c’è Lunedì Poesia