Un mese fa Roberto Ritondale ha presentato ad Agropoli, presso la libreria indipendente L'ArgoLibro, il suo romanzo "Il sole tra le mani", Leone Editore.
Ecco la recensione critica scritta da "Aria Saracena". Il romanzo è sempre disponibile presso "L'ArgoLibro", ad Agropoli in Viale Lazio 16 (zona sud, adiacente Via Salvo D'Acquisto, infoline 3395876415).
E
la luce fu ...
Un
bel romanzo questo secondo lavoro di Ritondale che affronta la condizione umana
della solitudine.
Ho
incontrato l'autore durante un evento organizzato in una libreria della mia
città e mi ha subito colpita per il suo sguardo quasi commosso mentre parlava
del suo essere uno scrittore ambulante, spesso in viaggio per l'Italia con un
trolley pieno di oggetti di carta.
La
trama poi ha fatto il resto, soprattutto per una particolare caratteristica del
personaggio, Aldo Montesi. Mi sono ritrovata così ad acquistare il libro senza
esitazione, nonostante non avessi letto neppure l'incipit ...
"All'alba
di ciascuna solitudine c'è sempre un vuoto che non si è più colmato".
Questa
è la prima considerazione che si legge di Aldo Montesi, un uomo che si trova a
pensare alla sua vita e a quel vuoto che sente sempre più trasformarsi in
baratro. Un uomo che non agisce ma guarda, che non reagisce ma incassa, che si
lascia vivere, o che semplicemente potrebbe definirsi 'un morto convinto di
vivere'.
Ma
proprio quando meno ce lo aspettiamo un evento casuale, e magari senza senso,
può scatenare un 'moto di ribellione' e con un effetto domino avere
ripercussioni sulla nostra esistenza.
Mi
auguro quindi che la scelta del mese di novembre, in cui ha inizio la storia e
il moto di ribellione di Aldo, sia stata voluta, visto che ho sempre pensato
che questo mese non è tanto legato alla morte quanto al mutamento.
Occorre
quindi cercarsi, affrontare i nodi che ci portiamo dentro, prefiggersi uno
scopo che illumini la nostra vita - perché i vuoti non si riempiono ma devono
essere affrontati -, trovare il nostro talento e aprirsi agli altri.
Interessante
la scelta, prima della dedica, della poesia di Fernando Pessoa sulla morte,
"La
morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto" ... che a
ben vedere è anche la condizione dell'essere umano chiuso nella sua solitudine,
in cerca della sua eclisse, da intendere semplicemente come condizione di
invisibilità agli altri.
Alla
fine del suo percorso Aldo Montesi si apre alla vita pur restando consapevole
della condizione di solitudine dell'essere umano - in fondo tutti siamo soli -
"penso che non siamo piccole barche che vanno a navigare, piuttosto
relitti che vanno a naufragare".
Ed
ho pensato a quei versi più celebri "... e il naufragar mi è dolce in
questo mare", ricordando che di recente qualcuno, parlando di Leopardi -
da tutti definito il poeta del pessimismo -, ha affermato che con questi versi
in realtà il Poeta celebra la Vita.
Bello
il finale aperto, senza il banale lieto fine che poteva immaginarsi, ad aprile,
che io reputo mese della rinascita.
Aria Saracena
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