... sei il
mare dei miei segreti,
dolce
cartolina dei miei sogni
e del mio
tormento.
Poso lo
sguardo nell’infinito…
nel cielo le nuvole sono violacee
nel cielo le nuvole sono violacee
e le code
dei tornadi
si dissetano
di acqua salata,
vedo i tetti
delle case
e provo ad
immaginare
il
trascorrere della gente,
domani il
sole li riscalderà
e io dovrò
andare.
... qui lascerò
i miei pensieri
e gli occhi
chiusi per guardare.
... la partenza, fitte di cupo dolore.
Per contattare l’autrice: marise.g@libero.it
Sono intrisi di profonda nostalgia, questi
versi di Marise Gallo, che sottolinea il trascorrere: del tempo,
della gente, dei movimenti, dei pensieri. Tutto è in movimento e tutto lascia
traccia nello sguardo e nell’animo della poetessa, che sul “balcone sul mare”
prende appunti, segna, traccia un percorso che le appartiene e appartiene a
tutti noi.
Marise Gallo riesce a condensare in poche parole tutta la forza dolorosa di una
partenza non voluta, non cercata, eppure evidentemente necessaria. Ma questo
non la rende meno penosa. Intanto, l’amarezza è stemperata dalle vivide
immagini che l’artista sa cogliere, e i suoi versi sono come mani protese che
afferrano visioni a lei concrete, “materiali”, e chi quindi è possibile
cogliere.
Della stessa autrice: Nella nebbia
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